Il Cremlino: «Paesi terzi non possono decidere cambi di regime»

Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Putin riceve il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi: «L'aggressione non provocata contro l'Iran non ha motivi né giustificazioni».
MOSCA - Un cambio di regime in Iran non può avvenire per decisione di "Paesi terzi". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump in merito.
«Crediamo che solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della leadership di quel Paese, ma in nessun caso Paesi terzi o la leadership di Paesi terzi dovrebbero farlo», ha sottolineato Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
Il sostegno della Russia all'Iran «dipenderà dalle esigenze attuali» di Teheran, ha poi detto Peskov, secondo quanto riferito da Interfax.
«Tutto dipende dalle esigenze dell'Iran. Abbiamo offerto i nostri sforzi di mediazione, abbiamo espresso specificamente la nostra posizione, anche questo è molto importante, ed è molto importante, questa è un tipo di sostegno per la parte iraniana. Ma in seguito tutto dipenderà dalle esigenze attuali dell'Iran», ha detto Peskov secondo Interfax rispondendo a una domanda su cosa sarebbe disposta a fare la Russia per l'Iran nella situazione attuale.
Gli sforzi russi a sostegno dell'Iran sono stati ribaditi dal presidente Vladimir Putin ricevendo al Cremlino il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Lo riferiscono le agenzie russe.
«L'aggressione non provocata contro l'Iran non ha motivi né giustificazioni», ha detto Putin secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax. Da parte sua Abbas Araghchi ha detto che l'Iran «ritiene illegittimi gli attacchi di Israele e degli Usa e sta difendendo in modo legittimo la sua indipendenza».
Il capo del Cremlino aveva ribadito la sua posizione anche in un colloquio telefonico avuto sempre oggi con il primo ministro iracheno Mohammed al-Sudani: Putin ha detto che gli «attacchi israeliani e americani contro l'Iran violano gravemente la Carta delle Nazioni Unite e altre norme di diritto internazionale» e «sono gravidi di conseguenze estremamente pericolose e imprevedibili per la stabilità della regione e per l'intero sistema di sicurezza globale».