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EUROPA

La sabbia del Sahara che ci "ruba" il sole

Disperde e assorbe la luce solare, riducendo le radiazioni che arrivano al suolo. Una minaccia per gli impianti fotovoltaici
Tipress
Fonte ats
La sabbia del Sahara che ci "ruba" il sole
Disperde e assorbe la luce solare, riducendo le radiazioni che arrivano al suolo. Una minaccia per gli impianti fotovoltaici

BUDAPEST - Mentre l'Europa aumenta la sua produzione di energia solare per soddisfare gli obiettivi di sicurezza climatica ed energetica, gli impianti fotovoltaici del Vecchio continente sono sempre più minacciati da un fenomeno atmosferico in costante crescita negli ultimi anni: le tempeste di sabbia provenienti dal Sahara.

Secondo lo studio presentato all'Assemblea Generale dell'Unione Europea delle Geoscienze (Egu25), tenutasi dal 27 aprile al 2 maggio a Vienna, la polvere proveniente dal Nord Africa disperde e assorbe la luce solare, riduce la quantità di radiazione che arriva alla superficie terrestre e favorisce la formazione di nuvole, senza contare gli impatti sulle infrastrutture come l'erosione, che riducono ulteriormente l'efficienza e fanno aumentare i costi di manutenzione.

"C'è una crescente necessità di metodi di previsione dinamici che tengano conto sia dei fattori meteorologici che di quelli riguardanti le polveri", afferma György Varga del Centro di ricerca Hun-Ren per l'astronomia e le scienze della terra di Budapest, che ha guidato lo studio. "Senza di loro, il rischio di prestazioni insufficienti e di instabilità della rete non potrà che aumentare - continua Varga - man mano che l'energia solare diventerà una parte sempre più importante del nostro mix energetico".

Ogni anno il Sahara rilascia nell'atmosfera miliardi di tonnellate di polveri sottili, e decine di milioni di queste tonnellate raggiungono i cieli europei. I ricercatori hanno raccolto i dati riguardanti più di 46 tempeste di sabbia avvenute tra 2019 e 2023, analizzando gli impatti sugli impianti di Europa centrale e meridionale. I risultati mostrano che non solo questi eventi stanno riducendo la produzione di energia solare, ma stanno anche rendendo più difficili le previsioni meteorologiche durante le tempeste.

Secondo gli autori dello studio, dunque, è necessario aggiornare i modelli integrando dati in tempo reale sulla polvere trasportata dal vento: ciò consentirebbe una programmazione più affidabile dell'energia fotovoltaica e una migliore preparazione a questi fenomeni atmosferici.

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