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Giovani in disagio da pandemia, boom dell'autolesionismo

In Italia la tendenza è preoccupante
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Foto illustrativa.
Fonte ats ans
Giovani in disagio da pandemia, boom dell'autolesionismo
In Italia la tendenza è preoccupante
ROMA - Cresce il disagio da pandemia in Italia, la salute mentale è sempre più a rischio fra i giovani, dove esplode il fenomeno dell'autolesionismo. I centri di salute mentale hanno già subito una pesante battuta d'arresto nel p...

ROMA - Cresce il disagio da pandemia in Italia, la salute mentale è sempre più a rischio fra i giovani, dove esplode il fenomeno dell'autolesionismo. I centri di salute mentale hanno già subito una pesante battuta d'arresto nel primi lockdown e il 20% è stato chiuso con una forte riduzione di ricoveri e assistenza.

Aumenta lo stress degli italiani collegato alla pandemia e tra i più esposti ci sono i giovani, «nei quali si sta sviluppando un'onda lunga di problemi psicologici», mette in guardia il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop). A sentirsi stressate a un livello medio-alto sono quasi 8 persone su 10, secondo un aggiornamento dello 'stressometro', l'indagine periodica realizzata dall'Istituto Piepoli proprio per il Cnop.

L'indagine è stata condotta l'11 gennaio su un campione rappresentativo della popolazione. Il 23% riporta un basso livello di stress, il 43% un livello medio e il 34% alto. Se a livello nazionale l'indice di stress è pari a 58, sale in chi abita al Nord Est, al Centro e nelle isole (59), mentre cala leggermente al Sud (57) e al Nord Ovest (54). Tra i più esposti ci sono i giovani che vivono con criticità la perdita del punto di riferimento rappresentato dalla scuola.

Anche secondo Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale Bambino Gesù, i giovani sono tra le categorie a cui prestare maggiore attenzione. Vicari rileva come siano aumentati notevolmente, da ottobre, gli accessi in Pronto Soccorso per disturbi mentali, in particolare tentativi di suicidio o atti di autolesionismo, ad esempio con dei tagli sul corpo. «Per settimane-aggiunge - abbiamo avuto otto posti letto su otto occupati, e non era frequente, e tutti per tentativo di suicidio. Non mi era mai capitato» Secondo l'esperto, poi, va considerato che l'onda lunga di questi disagi o disturbi nei ragazzi «ci accompagnerà anche finita l'emergenza», per cui è importante agire, «investendo sulla salute mentale».

«Purtroppo -aggiunge Vicari- la salute mentale e gli sportelli di neuropsichiatria infantile sul territorio sono stati man mano smantellati. Le famiglie che hanno un problema non sanno dove andare, ricadendo sul privato». Separati dai compagni e senza la scuola in presenza a fare da «ammortizzatore di stress, disagi e disturbo mentale, con la costruzione di relazioni positive in un contesto con una valenza educativa», spesso hanno trascorso le ore a chattare, giocare ai videogames ma anche solo a fissare il soffitto. Sono aumentati i problemi di sonno, l'ansia, l'irritabilità che in alcuni casi è sfociata in aggressività verso i genitori e se stessi.

«Quando sarà finita emergenza- avverte poi - ci vorrà tempo prima che i ragazzi ristabiliscano rapporti sereni. Sarà difficile farli uscire da casa». Intanto la prima ondata della pandemia Covid-19 ha ridotto le attività dei Servizi di Salute mentale: il 20% dei Centri ambulatoriali è rimasto chiuso e il 25% ha ridotto gli orari di accesso, denuncia uno studio della Società Italiana di Psichiatria (SIP) pubblicato su Bmc Psychiatry e presentato in occasione dell'inaugurazione della prima conferenza italiana dei Direttori di DSM.

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