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GERMANIAQuelli che vanno in Germania a vivere di aiuti sociali dello Stato

12.11.14 - 06:22
La sentenza della corte di Giustizia europea di Lussemburgo ferma il turismo del welfare. Fra gli europei beneficiari di queste risorse gli italiani sono al secondo posto dopo i polacchi
Quelli che vanno in Germania a vivere di aiuti sociali dello Stato
La sentenza della corte di Giustizia europea di Lussemburgo ferma il turismo del welfare. Fra gli europei beneficiari di queste risorse gli italiani sono al secondo posto dopo i polacchi

BERLINO - In Germania la sentenza della corte di Giustizia europea di Lussemburgo sul turismo sociale è stata praticamente ribattezzata come "sentenza su Hartz IV" e riguarda una misura di cui beneficiano anche migliaia di italiani. È questo il sussidio sociale che attira l'interesse di molti immigrati verso la locomotiva d'Europa: 391 euro mensili (al massimo), più le spese di alloggio e riscaldamento, che spettano a chi in Germania abbia perso il lavoro da oltre un anno, e non abbia dunque più diritto al sussidio di disoccupazione.

Le riforme del mercato del lavoro realizzate dal governo rosso-verde di Gerhard Schroeder hanno previsto però anche che chi in Germania percepisce Hartz IV - nome che viene dall'economista che elaborò il pacchetto delle misure - sia comunque tenuto a cercare un lavoro: riceve dunque delle proposte, ma viene anche monitorato dall'agenzia federale del lavoro. E rifiutare più di un'occupazione comporta il taglio progressivo delle risorse. Il giudizio di Lussemburgo arriva proprio sul caso di una donna rumena, che vive in Germania da più di tre mesi e meno di cinque anni, e non lavora, né cerca un'occupazione, ma riceve comunque dei sussidi statali.

Nel 2013 il governo tedesco ha speso 33,7 miliardi per Hartz IV, e sono 4,8 milioni i tedeschi che ne hanno usufruito. Gli stranieri che percepiscono il sussidio sono un quinto del totale e costano allo Stato tedesco 6,7 miliardi (5 miliardi per cittadini extraeuropei e 1,7 per cittadini europei). Fra gli europei beneficiari di queste risorse gli italiani sono al secondo posto dopo i polacchi e seguiti dai greci.

ats

 

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