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REGIO INSUBRIA: "La strage dei fornai", tre ergastoli per Elia Del Grande. La sentenza dopo 12 ore di Camera di Consiglio.

Il giovane assassino venne fermato dalle Guardie di Confine ticinesi alla dogana di Porto Ceresio: pare che stesse raggiungendo l’aeroporto di Agno per fuggire in Sud America.
REGIO INSUBRIA: "La strage dei fornai", tre ergastoli per Elia Del Grande. La sentenza dopo 12 ore di Camera di Consiglio.
Il giovane assassino venne fermato dalle Guardie di Confine ticinesi alla dogana di Porto Ceresio: pare che stesse raggiungendo l’aeroporto di Agno per fuggire in Sud America.
VARESE. Dopo ben dodici ore di Camera di Consiglio i Giudici Popolari e Togati della Corte d‘Assise di Varese hanno pronunciato la sentenza per “la strage dei Fornai” compiuta la notte fra il sei e il sette gennaio ’98 a Cadrezzate (Varese)...
VARESE.

Dopo ben dodici ore di Camera di Consiglio i Giudici Popolari e Togati della Corte d‘Assise di Varese hanno pronunciato la sentenza per “la strage dei Fornai” compiuta la notte fra il sei e il sette gennaio ’98 a Cadrezzate (Varese).Il Collegio Giudicante presieduto da Massimo Polidori, ha riconosciuto colpevole Elia Del Grande dell’uccisione a colpi di fucile, nell’ordine: il padre Enea, il fratello maggiore Enrico e la mamma Alida.Per questo hanno inflitto tre ergastoli accogliendo in pieno le richieste del Pubblico Ministero Politi avanzate nel luglio scorso. I Giudici lo hanno ritenuto colpevole di omicidio plurimo volontario aggravato.30 anni di galera per Pierangelo Cavalleri ritenuto complice (anche se non ha materialmente partecipato alla strage – aveva accompagnato a casa l’assassino ed assistito senza fare nulla alla terribile scena in cambio di dieci milioni promessi), così come chiesto dalla Pubblica Accusa.Condannati a pene minime anche tre degli altri sette imputati minori accusati di favoreggiamento per aver tenuto in casa il fucile usato da Del Grande non sapendo, però del terribile gesto compiuto dal giovane.Infine tre assoluzioni.Con questa sentenza la Corte d’Assise di Varese ha fatto cadere l’ipotesi che ad agire quella notte fu “il branco”. Fu solo la follia omicida di un giovane dalla mente devastata dalla cocaina ma, secondo i Giudici, perfettamente lucido e in grado di intendere e volere al momento di sterminare la sua famiglia.Uno stermino giunto al culmine di una serie di litigi in quanto i congiunti non condividevano la sua relazione con una ragazza di Santo Domingo.Inutile, dunque, l’accorato concione dell’estate scorsa dei difensori Ettore Maccapani e Gianfranco Orelli che avevano sollecitato la non punibilità del loro assistito per completa infermità mentale.L’avvocato aveva anche sollevato ben più di qualche “piccolo dubbio” sulla ricostruzione di quella tremenda sera fatta dagli investigatori, ed in particolare dal Pubblico Ministero in apertura del processo alcuni mesi fa.In particolare aveva contestato la premeditazione ma anche le modalità della strage stessa avvenuta nella villetta della famigliola molto conosciuta a Cadrezzate per la sua lunga attività di fornai del paese. Come detto i difensori di Elia Del Grande chiedevano che il suo assistito venga riconosciuto affetto da “schizofrenia paranoide” con deliri e manie di persecuzione ma è prevalsa la convinzione che il giovane ben sapeva quello che stava facendo e che lo avesse premeditato. Ora è rinchiuso nel carcere di Pavia e continua a chiedere di poter parlare con la madre uccisa anche se durante la fase istruttoria non mancò di affermare con gelida freddezza: “non voleva morire”.Il giovane assassino venne fermato dalle Guardie di Confine ticinesi alla dogana di Porto Ceresio: pare che stesse raggiungendo l’aeroporto di Agno per fuggire in Sud America.
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