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Arabia Saudita: traffico minori e baby prostitute

Arabia Saudita: traffico minori e baby prostitute
BEIRUT - Un traffico di bambini scoperto nei giorni scorsi a La Mecca, in Arabia Saudita, è solo la punta dell´iceberg di una vasta tratta di minori provenienti da Asia ed Africa e destinati alla prostituzione e allo sfruttamento. La denuncia ...
BEIRUT - Un traffico di bambini scoperto nei giorni scorsi a La Mecca, in Arabia Saudita, è solo la punta dell´iceberg di una vasta tratta di minori provenienti da Asia ed Africa e destinati alla prostituzione e allo sfruttamento. La denuncia arriva da diverse agenzie non governative internazionali impegnate nella salvaguardia dei diritti dei minori. Secondo quanto affermato da tali organizzazioni, i Paesi arabi del Golfo, primi fra tutti Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti, sarebbero le mete finali di un traffico che si estenderebbe dall´Etiopia al Bangladesh, sino alle Filippine.

L´indagine delle autorità saudite ha portato all´arresto di una coppia originaria della Birmania, che avrebbe venduto il figlio per 10.000 rials (circa 2.600 dollari) e un altro numero imprecisato di minori. Secondo la polizia, l´uomo si occupava della vendita sia di bambini sauditi sia provenienti da altri Paesi.

"Dopo averli venduti - scrive il quotidiano Arab News - l´individuo minacciava gli acquirenti di denunciarli alla polizia se non avessero accettato di pagare una somma ulteriore". Tra l´indignazione generale e la condanna delle autorità religiose, il governatore della città, principe Abdul Majeed, ha ordinato un´inchiesta per far luce sul presunto traffico.

Il caso saudita ha rotto il silenzio sul dramma di povertà e degrado vissuto all´ombra dei minareti della Mecca, prima città santa per l´Islam, ma che trova molteplici scenari analoghi in altri ricchi Paesi del Golfo.

Stando alla Child Welfare League, sono almeno un migliaio i bambini provenienti dal Bangladesh e finiti nei Paesi del Golfo che non sono stati mai più ritrovati. Secondo l´organizzazione, che ha condotto un´indagine sul caso Bangladesh, i bambini hanno lasciato le famiglie a seguito di promesse di lavoro da parte di finte agenzie di reclutamento. I trafficanti hanno venduto i maschi agli organizzatori delle corse di cammelli come fantini, mentre le bambine sono state avviate alla prostituzione o ad altre forme di sfruttamento.

Nonostante i Paesi del Golfo abbiano regolato l´utilizzazione dei minori per le corse di cammelli a partire dal 2002 con l´introduzione di limiti d´età, un documentario girato clandestinamente dall´Australian Broadcasting Corporation nel febbraio 2003 ha dimostrato che i bambini vengono ancora usati come fantini.

La Bangladesh National Women Lawyers´ Association (Bnwla) l´ordine nazionale delle donne avvocato del Bangladesh - ha diffuso la storia di Irshad, un bambino di quattro anni sottratto ai genitori in Bangladesh e venduto a Dubai per diventare un fantino.

Nonostante i disperati tentativi della famiglia di ritrovarlo, il piccolo è stato salvato solo nel 2002, tre anni dopo il rapimento e in condizioni di malnutrizione e deperimento provocati dalle diete e dagli incidenti subiti nelle corse. Il salvataggio è riuscito grazie all´intervento di un funzionario del Bangladesh in visita a Dubai, che ha rimpatriato il minore in collaborazione con la Bnwla.

Diverso, ma altrettanto drammatico, il destino di bambine africane e asiatiche, ´rubatè nei loro Paesi per essere poi avviate alla prostituzione in Bahrein.

Secondo l´Organizzazione Internazionale per i Migranti e fonti della Ethiopian Women Lawyers Association (l´ordine delle donne avvocato dell´Etiopia), giovani etiopi ridotte in schiavitù sarebbero in Bahrein, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Libano.

Yeshiwork Desta Zewdu aveva 17 anni quando fu portata da un agente in Bahrein e costretta a prostituirsi. Senza denaro e costretta a ´lavorarè 24 ore al giorno, la ragazza è stata ridotta a vivere in condizioni miserabili per due anni, fino al suo ritrovamento. Negli ultimi cinque anni, secondo fonti governative etiopi, sono state almeno un centinaio le donne etiopi rimpatriate dai Paesi del Golfo in una bara.



ATS

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