Caso Hospita, «Petrini è idoneo a restare nel CdA di BancaStato?»

Una lunga interpellanza dell'MPS sollecita il Consiglio di Stato sul ruolo dell'avvocato nella vicenda e sul potenziale conflitto di interessi.
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato era al corrente delle «attività parallele» dell'avvocato Enea Petrini? Come giudica il suo comportamento «alla luce dei fatti emersi»? Lo ritiene ancora «persona idonea» a ricoprire il suolo nel consiglio d'amministrazione di BancaStato? Sono queste alcune delle domande che i deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi hanno affidato a un'interpellanza urgente inoltrata al Governo sul cosiddetto "caso Hospita".
La vicenda, lo ricordiamo, ha portato all'istituzione di una Sottocommissione speciale che, dopo aver prodotto un breve rapporto - da cui, sottolineano gli interpellanti, sono emersi «più interrogativi che certezze» -, ha sospeso i propri lavori perché ha ritenuto di non poter fare adeguatamente luce (complici anche il «muro di gomma» alzato da alcuni degli attori convocati, tra cui proprio Petrini, che non si sono presentati) e che porterà con ogni probabilità all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta.
Conflitto di interessi?
«Come giudica il Consiglio di Stato il comportamento dell’avvocato Petrini alla luce dei fatti emersi» e «condivide la preoccupazione che un membro del CdA di BancaStato possa aver agito in una situazione di conflitto d’interessi, mescolando il proprio ruolo istituzionale con incarichi privati e di partito?». Una domanda, quest'ultima, che, sottolinea l'MPS, avrà un ruolo anche nei lavori della futura CPI che dovrà soffermarsi proprio «sull’opportunità di affidare un incarico come quello in questione» a Petrini «membro del CdA di BancaStato e come tale rappresentante del Cantone e dell’intera cittadinanza, proprietaria della banca per la sua natura pubblica». Ed «è opportuno ricordare che la ditta Hospita e strutture collegate — come Immobiliare 5Vie — erano clienti della stessa banca».
E prosegue. «A rendere ancor più preoccupante la situazione vi è la dichiarazione pubblica del presidente della Sottocommissione, Fabrizio Sirica, secondo cui durante i lavori sarebbero emerse informazioni ulteriori rispetto a quelle già note, gestite con estrema riservatezza». Ad oggi «BancaStato non ha rilasciato alcun comunicato o presa di posizione, né risultano comunicazioni da parte del Consiglio di Stato né, ancora, da parte dell’evanescente Commissione di controllo del mandato pubblico di BancaStato», viene evidenziato nell'atto parlamentare.
Un altro aspetto che ha spinto i due deputati a sollecitare il governo è l'esposto alla FINMA, l'autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, verso l'avvocato. «Il Consiglio di Stato è stato informato? Se sì, quando e da chi? Ha potuto prenderne visione e quali decisioni ha eventualmente adottato? In caso negativo, non ritiene opportuno sollecitarne la trasmissione per una valutazione istituzionale? Non ritiene opportuno informarne il Parlamento o almeno la Commissione di vigilanza sul mandato pubblico di BancaStato?», chiedono Pronzini e Sergi.
Un sistema di nomina da mettere in discussione?
Infine l'MPS torna alla carica anche sul sistema di nomina dei membri dei consigli d'amministrazione nominati dai partiti. «Non è forse il momento di mettere in discussione il sistema?». E «qualora ciò non sia ritenuto opportuno, non sarebbe comunque necessario rafforzare i meccanismi di controllo e verifica dell’operato dei membri nominati nei CdA di enti partecipati o controllati dal Cantone (come BancaStato o EOC), così da poter intervenire tempestivamente in caso di comportamenti anomali o inopportuni?». Parola al Consiglio di Stato.




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