Free Palestine al Lac, il Municipio: «Nessuna autorizzazione»


L'esecutivo risponde a un'interrogazione della Lega sulla manifestazione avvenuta a margine del concerto della Israel Philarmonic Orchestra.
L'esecutivo risponde a un'interrogazione della Lega sulla manifestazione avvenuta a margine del concerto della Israel Philarmonic Orchestra.
LUGANO - Al grido di «free Palestine» e «assassini» un centinaio di persone avevano manifestato, lo scorso 23 di gennaio, a margine del concerto della Israel Philarmonic Orchestra al LAC di Lugano. Una protesta che aveva all'epoca acceso un forte dibattito proprio a pochi giorni della Giornata della Memoria (27 gennaio).
I primi a farsi avanti erano stati gli esponenti di Gioventù Comunista che avevano criticato la presenza del sindaco di Bellinzona Mario Branda. Sul fronte opposto i giovani UDC avevano invece condannato gli episodi definendoli di «gravità inaudita».
Il gruppo Lega dei Ticinesi di Lugano era poi passato dalle parole ai fatti, inoltrando l'interrogazione "Giornata della memoria al LAC: odiatori indisturbati e gestione deficitaria della sicurezza" al Municipio per chiedere spiegazioni sull'accaduto.
«Quanto accaduto in occasione dell'evento di giovedì 23 gennaio all'esterno del LAC e in occasione dell'Israel Philharmonic Orchestra dispiace, soprattutto in considerazione del fatto che fosse un evento a celebrazione della memoria della Shoah», ha spiegato l'Esecutivo comunale nella risposta pubblicata questo pomeriggio. «Il diritto di manifestare è senz'altro legittimo e garantito così come il diritto di partecipare serenamente a un evento culturale in memoria della Shoah».
Ma arriviamo al nocciolo della questione. Alla domanda se la manifestazione fosse stata autorizzata, il Municipio è categorico: «Non c’è stata nessuna richiesta di autorizzazione». Eppure: «Il diritto di espressione è un diritto costituzionale che non può essere vietato a priori, salvo situazioni straordinarie in cui il rischio per persone o cose è accresciuto».
Un rischio che si riallaccia a un altro punto interrogativo dell'interpellanza: la presenza/assenza di forze dell'ordine. «Il dispositivo di sicurezza per la serata di giovedì 23 gennaio al LAC è stato allestito e gestito dalla Polizia Cantonale, che ha confermato di aver garantito la sua presenza sia all'interno che all'esterno del LAC, adottando un approccio discreto per monitorare costantemente l'evolversi della situazione. Oltre alle forze dell'ordine della Polizia Cantonale, sia all'interno che all'esterno del LAC, erano presenti agenti di una società privata di sicurezza, incaricati dalla direzione dell’ente autonomo».
Il Municipio però non si sbottona. «La Polizia Cantonale ha allestito un dispositivo di sicurezza che era stato configurato per prevenire e reprimere eventuali atti violenti o di rilevanza penale, atti terroristici e per il mantenimento e ripristino dell'ordine pubblico». Tutto in regola quindi? «Non sono stati rilevati danneggiamenti o imbrattamenti e non risulta che si siano verificati atti violenti né, tanto meno, atti terroristici. Il diritto di manifestare e di espressione risulta essere stato garantito e la serata della memoria all'interno del LAC ha potuto svolgersi in un contesto di sicurezza».