
Un centinaio di persona ha manifestato a margine del concerto dell'Israel Philarmonic Orchestra. Insultato anche Lorenzo Quadri
LUGANO - Al grido di «Free Palestine» e «assassini» ha preso avvio puntuale alle 19 la manifestazione di protesta organizzata dal Coordinamento unitario per la Palestina a margine del concerto dell'evento della Israel Philarmonic Orchestra al LAC. Aveva chiesto alla direzione di annullare la manifestazione e, dopo la scelta di ospitare il gruppo israeliano, ha deciso di farsi sentire.
Erano presenti un centinaio di persone, sia giovani che meno, con striscioni e bandiere palestinesi. Hanno rivolto urla a chiunque entrasse al concerto. «Vergogna», hanno gridato a tutti, accusandoli di essere «fascisti e assassini». Tra gli slogan, anche «Israele fascista, stato terrorista».
Uno spettatore ha reagito, spintonando i manifestanti per difendersi. Un altro ha mostrato il dito medio ai contestatori, i quali hanno risposto con una serie di improperi volgari. Anche il Municipale di Lugano Lorenzo Quadri è arrivato al LAC per assistere al concerto ed è stato preso di mira in modo particolarmente rumoroso, all'urlo di «vergogna».
Il botta e risposta precedente - «Con questa proposta culturale, il LAC e la Città di Lugano vogliono davvero rendersi vetrina di uno stato che sta compiendo quello che è e verrà ricordato come il “primo genocidio in streaming” della Storia?», aveva chiesto il gruppo in una lettera inviata alla direzione del LAC e al Municipio, parlando del boicottaggio culturale contro Israele messo in atto da vari paesi. La direzione del centro culturale aveva replicato dicendo che annullare il concerto sarebbe stato «controproducente» che non avrebbe contribuito a fermare il conflitto, e che anzi sarebbe equivalso a negare «il diritto di ogni persona a partecipare a eventi culturali senza che questi vengano politicizzati». Inoltre, sottolineava come la Israel Philharmonic Orchestra non è un'organizzazione statale.
La nota odierna del Coordinamento - Affermazioni che, come detto, non hanno convinto il Coordinamento, che ha annunciato la manifestazione con un nuovo comunicato. «L’Israel Philharmonic Orchestra (IPO) non è un’istituzione culturale "apolitica", ma un attore di primo piano nell’ambito della campagna di public relations" del governo israeliano», che anche negli ultimi mesi ha sostenuto i soldati israeliani impegnati nella guerra a Gaza. «Far suonare l’IPO a Lugano in questo momento, vuol dire prendere posizione a favore di quello che da oltre un anno l’esercito israeliano sta commettendo a Gaza, e associare l’immagine di un luogo di arte e cultura come il LAC» alle azioni israeliane. Per l'organizzazione, non far seguire alle parole su «cultura e su una visione diversa del mondo» a fatti concreti è «complicità».