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BIASCA

Fattoria del degrado, bestie nel letame e nulla si muove

Il Patriziato: «Terreno nostro, ma non possiamo fare nulla. Abbiamo segnalato al Comune, che deve prendersi delle responsabilità»
fvr/franjo
Fattoria del degrado, bestie nel letame e nulla si muove
Il Patriziato: «Terreno nostro, ma non possiamo fare nulla. Abbiamo segnalato al Comune, che deve prendersi delle responsabilità»
BIASCA - Sono passati due mesi da quando, sollecitati da più fronti, avevamo riferito dello stato di degrado nella Fattoria dei Rodoni, in via ai Pascoli a Biasca. Una situazione, quella della struttura agricola, che, per chi attraversa l'A2 i...

BIASCA - Sono passati due mesi da quando, sollecitati da più fronti, avevamo riferito dello stato di degrado nella Fattoria dei Rodoni, in via ai Pascoli a Biasca. Una situazione, quella della struttura agricola, che, per chi attraversa l'A2 in direzione sud e passa dagli svincoli di Biasca, è evidente e si staglia, brusca, nel verde circostante.

Il problema, noto a tutti, dalla protezione animali al veterinario cantonale (che già due mesi fa parlava di «procedure in corso»), è in fase di stallo da tempo.

«Pantano ovunque» - «Domenica sono passato da quelle parti, pioveva e c'era un pantano imbarazzante. Speravo fosse già chiusa, invece...», commenta laconico Emanuele Besomi, presidente della SPAB.

Tempi lunghi di natura burocratica, forse, che non sono ancora maturati. Ma stando ai bene informati, amicizie e legami di parentela aiuterebbero questa situazione di stallo. «Qualcosa si sta muovendo», ci fanno sapere intanto. Ma cosa? Lo scenario odierno non è diverso da quello ripreso nei mesi scorsi. Le bestie scorrazzano nel letame. Quel luogo che sarebbe adibito alla produzione di generi alimentari (latte) evoca un'igiene discutibile.

Il Patriziato: «Il terreno è nostro, ma non possiamo fare nulla» - Il terreno, si scopre nel frattempo, non è di proprietà della famiglia Rodoni, ma del Patriziato di Biasca. Che però mette le mani avanti: «È vero che il terreno è del Patriziato, ma è ceduto con un diritto di superficie - ci spiega il presidente Elio Rè -. L'"affittuario", insomma, ha tutti i diritti di usarlo come meglio crede e noi non abbiamo più voce in capitolo. Dovrà solo restituirlo come è stato consegnato». Il diritto di superficie, tra l'altro, non è dato per periodi brevi: «Di solito ha una validità di 50 anni», sottolinea Rè.

Anche il presidente del Patriziato non nasconde di essere al corrente della situazione critica: «Conosciamo bene il problema e lo abbiamo segnalato a chi di dovere, il Comune in questo caso. Gli animali hanno il diritto di vivere in un ambiente consono». Per lui le lungaggini sono parzialmente di natura burocratica: «Non credo ci sia qualcuno che voglia proteggere i proprietari della fattoria quanto piuttosto che vi sia una mancanza di decisione. Ma bisogna prendersi questa responsabilità».

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