Cerca e trova immobili
CANTONE

«Senza lavoro, e pago 3000 franchi al giorno»

Il settore della ristorazione non è l'unico con l'acqua alla gola in Ticino. I proprietari di bus insorgono
tio/20min
Eros Bellotti davanti ai suoi torpedoni
«Senza lavoro, e pago 3000 franchi al giorno»
Il settore della ristorazione non è l'unico con l'acqua alla gola in Ticino. I proprietari di bus insorgono
L'Associazione di categoria: «È come se non esistessimo». E gli imprenditori si riciclano come possono, per tirare a fine mese
BELLINZONA - Eros Bellotti dà lavoro a nove persone a Castione. Ma è costretto a fare gli extra come autista in un'azienda pubblica del Sopraceneri, per sbarcare il lunario. «Non lo avrei mai immaginato, ma non avevo scelta»...

BELLINZONA - Eros Bellotti dà lavoro a nove persone a Castione. Ma è costretto a fare gli extra come autista in un'azienda pubblica del Sopraceneri, per sbarcare il lunario. «Non lo avrei mai immaginato, ma non avevo scelta». Mentre i suoi dipendenti sono in lavoro ridotto, e gli autobus della Bellotti Viaggi sono fermi in garage da marzo, l'imprenditore deve pagare bollette, affitto e leasing. «Per salvare l'azienda - dice - sono pronto a tutto».

Non è l'unico. Gli autotrasportatori privati sono in serie difficoltà a causa del Covid. In Ticino il settore conta una quindicina di aziende di piccole e medie dimensioni, e si trovano in una situazione paradossale. Mentre i bus scolastici viaggiano sovraffollati, un centinaio di veicoli privati giacciono senza targhe, inutilizzati, tra Airolo e Chiasso.

L'Associazione dei trasportatori stradali (Astag) ha lanciato diversi appelli alle autorità cantonali e federali, finora senza risposta. «Le misure anti-contagi hanno dato un colpo durissimo al nostro settore» spiega il presidente Adriano Sala. «Il mondo del turismo, degli eventi sportivi e culturali è assolutamente vitale per le nostre aziende, e non abbiamo ricevuto aiuti».

Boris Posavec, titolare della IvanBus di Personico, è disperato e arrabbiatissimo. «Siamo stati abbandonati a noi stessi» protesta. Conti alla mano il fatturato - senza turisti e comitive - è crollato dell'85 per cento rispetto all'anno scorso. Ma le spese restano. Per i suoi 10 bus Posavec paga 500mila franchi all'anno di leasing: la banca preleva le rate direttamente dal conto dell'azienda. «È matematica - osserva - è solo questione di tempo, e uno va con le gambe all'aria». 

Molti intervengono di tasca propria, per salvare l'azienda nella speranza di tempi migliori. Come Matteo Bottinelli, della Redline Sa di Airolo: tre bus turistici fermi da marzo. «Quello che fa male, è che per l'opinione pubblica siamo stati sussidiati e aiutati. Quando invece non abbiamo ricevuto niente, a parte una fideiussione da restituire». Costi che si vanno ad aggiungere ad altri costi fissi molto alti (oneri sociali, ammortamenti, leasing). «Senza dividendi, restano solo i risparmi personali, a cui mettere mano». 

Anche quelli però prima o poi finiscono. Per questo i trasportatori hanno proposto a Cantone e Confederazione di utilizzare i torpedoni privati per potenziare il trasporto pubblico, a garanzia del distanziamento sociale, specie nelle ore di punta. Un'idea che finora è rimasta lettera morta. «Vedere le immagini degli autobus sovraccarichi di studenti, in un momento come questo, ci riempie di rabbia» conclude Bottinelli. «La sensazione? È di venire presi in giro».

Ieri l'Astag è tornata a sollecitare le autorità, con una serie di richieste già presentate a novembre (anche al governo ticinese). Facilitare le procedure per l'accesso agli aiuti, aumentare i fondi a disposizione, e concedere degli aiuti a fondo perso. A Palazzo delle Orsoline il Parlamento ne discuterà nella seduta di fine gennaio. Per l'associazione però «urge un intervento immediato». 

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE