Skinhead a Como: «Non ci fu odio razziale»
I militanti di destra avevano interrotto una riunione di “Como senza frontiere” e letto un comunicato stampa che li definiva “ipocriti di mestiere"
COMO - Tredici persone hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini con le relative accuse in merito all’irruzione, il 28 novembre 2017, nella sala riunioni "Chiostrino di Sant'Eufemia" a Como nel corso di un'assemblea pubblica organizzata dagli aderenti alla rete "Como Senza Frontiere", costituito dalle associazioni e dai movimenti che sono attivi nell'accoglienza dei migranti.
I 13, appartenenti all'associazione di estrema destra "Veneto Fronte Skinheads", avevano fatto irruzione nella sala del convegno dando lettura ad un comunicato dal titolo “Como senza frontiere: ipocriti di mestiere”.
L’accusa - come riferisce QuiComo - è di avere costretto i presenti nella sala ad assistere e ascoltare l’intervento, con l’aggravante di avere agito in gruppo. Non viene invece preso in considerazione l’odio razziale, nonostante durante le perquisizioni eseguite nei confronti di appartenenti alla formazione di estrema destra siano state ritrovate svastiche e parodie sugli ebrei.
L’irruzione sarebbe stata organizzata da uno skinhead di Como.




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