SSM e Impressum criticano la modalità dei licenziamenti in atto a Comano. Una dipendente: «Ecco come mi hanno licenziata dopo 31 anni di servizio»
COMANO - I tagli alla RSI sono una faccenda nota. La SSR li aveva annunciati già nel novembre dello scorso anno, in occasione della presentazione dei piani di risparmio. Ma le modalità definite «scandalose» dai sindacati con cui la radiotelevisione svizzera italiana sta mettendo in atto questi licenziamenti preoccupano e non poco i sindacati SSM e Impressum. «In questi giorni - si legge nel comunicato diramato oggi da SSM e Impressum - i capi dipartimento hanno iniziato a convocare le persone che la Direzione ha deciso di licenziare».
A Comano e Besso, oltre ad un certo numero di prepensionamenti, sono infatti previsti pure 18 licenziamenti. Con modi, che per i sindacati «rasentano l’epurazione». «I colleghi - continua il sindacato - convocati con un brevissimo preavviso, sono stati informati dai loro superiori della decisione di lasciarli a casa.»
Seduta stante. «Hanno dovuto consegnare la tessera aziendale, l’account di posta elettronica è stato immediatamente bloccato».
Le persone licenziate sono state accompagnate in ufficio per ritirare i propri effetti personali e subito dopo sono stati accompagnati all’uscita. «Ci sono stati casi in cui, addirittura, l’azienda ha richiesto l’intervento degli agenti di una società privata di sorveglianza».
I sindacati giudicano questa modalità d’agire come «scandalosa oltre che totalmente ingiustificata». «I dipendenti, oltre a patire l’ingiustizia del licenziamento hanno dovuto subire l’umiliazione di essere espulsi come delinquenti dall’azienda che hanno servito per molti anni». Il direttore RSI Maurizio Canetta, su alcuni organi di stampa, ha avuto il coraggio di smentire quanto accaduto. «Ma lui alle espulsioni coatte non era presente. Il sindacato sì».
La denuncia di Syndicom - Anche Syndicom denuncia il metodo utilizzato per comunicare al personale la cessazione del rapporto di lavoro in RSI. «La mancanza di trasparenza e le modalità con le quali sono stati comunicati ed effettuati i primi esuberi violano importanti diritti dei lavoratori. Non viene inoltre tutelata la dignità professionale e la personalità del lavoratore». Per il sindacato l’abusività delle misure adottate rischia di compromettere la pace sul lavoro e crea costi sociali.
Syndicom ha sottolineato di aver constatato un trasferimento del personale che viene impiegato con condizioni di lavoro inferiori da aziende esterne che non devono sottostare alla regolamentazione del CCL. «Il peggioramento delle condizioni di lavoro ha un effetto devastante sui lavoratori che spesso devono ricorrere alle indennità di disoccupazione per colmare la perdita di guadagno».
Questo ulteriore aspetto mette in evidenza secondo il sindacato il fatto che per svolgere un’informazione di qualità il personale è necessario. «Senza esitazione possiamo dunque affermare che si tratta di una vera e propria speculazione».
La testimonianza di una dipendendete della RSI
Riportiamo qui di seguito la testimonianza di una dipendente della RSI che su Facebook ha pubblicato il seguente racconto.
«Stamattina mi reco al lavoro, faccio il mio notiziario delle 11.00 e nel pomeriggio vengo convocata in un ufficio dei piani superiori, dove trovo Reto Ceschi e una donna mai vista, che si presenta come esponente delle cosiddette Risorse Umane. Mi viene comunicato che a partire da quello stesso istante sono licenziata per motivi di risparmio aziendale.
Dopo una sterile discussione me ne vado dall’ufficio e la suddetta signora mi rincorre dicendo che mi deve accompagnare all’uscita. Rispondo che me ne torno alla mia postazione fino al termine del mio turno e vengo minacciata di essere portata fuori in modo coatto. Visto che ero in un openspace pieno di giornalisti hanno desistito dal passare all’azione. Questo è il trattamento che mi è stato riservato dopo 31 anni di servizio alla RSI».