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Caso SUVA, parlano i periti

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Caso SUVA, parlano i periti
LUCERNA - Sono tre le ragioni principali per cui sono potute avvenire le contestate transazioni di immobili della Suva in Ticino: "insufficienti competenze tecniche, inadeguata stima del mercato e controlling non all'altezza". Bisognerà attende...

LUCERNA - Sono tre le ragioni principali per cui sono potute avvenire le contestate transazioni di immobili della Suva in Ticino: "insufficienti competenze tecniche, inadeguata stima del mercato e controlling non all'altezza". Bisognerà attendere la conclusione dell'inchiesta penale per capire definitivamente se e in quale misura vi sia stato un danno finanziario per l'Istituto nazionale di assicurazione svizzero contro gli infortuni.

A queste conclusioni giungono le relazioni intermedie presentate dai tre periti esterni sulle compravendite immobiliari, esaminate dal consiglio di amministrazione (cda) della Suva nella seduta ordinaria di ieri e oggi.

Nelle tre perizie, che "analizzano criticamente la strategia immobiliare della Suva", il processo di acquisizione è giudicato "sostanzialmente funzionante", si legge in una nota dell'istituto assicurativo. Anche la decisione di vendere gli immobili contestati in Ticino è stata giudicata "sostenibile", sebbene non vi fosse "alcuna urgenza in tal senso".

Le perizie evidenziano però che l'organizzazione del settore immobili presenta "alcuni punti deboli". Queste carenze erano già state identificate e pertanto "si è dato avvio a un processo di riforma". In questa fase "è stato possibile eludere intenzionalmente i sistemi di controllo interni", rileva il comunicato.

ATS
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