Il controprogetto della CTT-N è stato respinto
BERNA - L'idea di opporre un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "200 franchi bastano!" può considerarsi quasi fallita: la Commissione delle telecomunicazioni degli Stati (CTT-S) ha respinto anche la seconda proposta elaborata dall'omologa commissione del Nazionale con cui si vagheggiava di esentare progressivamente le aziende dal pagamento del canone radio-tivù entro il 2035.
È la seconda volta che viene respinto un controprogetto della CTT-N: in febbraio, la commissione omologa della camera dei Cantoni aveva già detto "no" a una proposta che contemplava la diminuzione del canone per le famiglie e l'esenzione totale dal canone per le imprese.
Dopo il primo tentativo, anche il secondo - una sorta di compromesso, è andato a vuoto, venendo bocciato dalla CTT-S per 9 voti a 3. Il motivo? Il progetto del Consiglio federale, a livello di ordinanza, prevede non solo di ridurre il canone per le famiglie a 300 franchi all'anno, ma anche di esonerare le aziende con un fatturato annuo soggetto a IVA fino a 1,2 milioni di franchi.
Per questi motivi, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, la CTT-S non reputa necessari ulteriori interventi ed è inoltre contraria a un'esenzione totale di tutte le imprese, poiché stando, all'iniziativa della CTT-N, ciò andrebbe a scapito della prevista riduzione del canone delle economie domestiche.
Una minoranza della CTT-S sarebbe invece stata favorevole all'abolizione del canone radiotelevisivo per le imprese, giudicando la contemporanea applicazione del tributo alle famiglie e alle imprese per gli stessi servizi un duplice onere per queste ultime.
La CTT-S, che prevede di esaminare l'Iniziativa SSR nel corso del prossimo trimestre, ha nel frattempo incaricato l'amministrazione federale di illustrare in un rapporto la situazione degli introiti pubblicitari della SSR in Svizzera e di quelli che defluiscono all'estero.