Morta sulle piste da sci: «Addio piccolo angelo»

I genitori ricordano la loro bimba di quattro anni che una settimana fa aveva perso la vita a seguito di uno scontro con uno sciatore avvenuto a Lenk
BERNA - «Addio piccolo angelo». Spezza il cuore l'annuncio funebre pubblicato dai famigliari di Larina, la bimba di quattro anni morta a seguito delle ferite riportate in uno scontro sulle piste da sci di Lenk (BE) la scorsa settimana. La piccola - ricordiamo - era stata investita da un altro sciatore il 28 dicembre e il giorno successivo era spirata in ospedale.
Oggi il suo necrologio è stato pubblicato su vari giornali del canton Berna, dove la bimba risiedeva con i suoi genitori. Parole che toccano l'anima: «A causa di un tragico incidente il nostro angelo è stato troppo presto strappato dalla vita. Vola angelo nostro e raggiungi il paradiso. Vivrai per sempre nei nostri cuori».
La piccola avrebbe compiuto 5 anni il prossimo 9 gennaio. Quel giorno, invece di festeggiare il suo compleanno, i genitori, i parenti e i conoscenti daranno l'ultimo saluto a Larina nella chiesa di Aarberg, il comune in cui abitava.
Conseguenze giudiziarie - E mentre i parenti fanno i conti con il profondo dolore, resta da vedere se quanto accaduto quel maledetto giovedì di una settimana fa avrà conseguenze giudiziarie. Il Ministero pubblico bernese sta infatti indagando per stabilire a quale velocità andasse lo sciatore che ha investito la piccola. Se si riuscisse a provare che andava troppo forte, l'uomo rischierebbe grosso.
Il precedente - Nel marzo del 2017, ad esempio, un ragazzo di 16 anni si era scontrato a Mosses (VD) con una ragazzina di sei anni, morta a causa dell'incidente. L'estate scorsa, il Tribunale dei minorenni di Berna ha condannato l'adolescente per omicidio colposo. I giudici hanno ritenuto che stesse sciando troppo velocemente.
Statistiche da brividi - Tra il 2000 e il 2017, 109 sciatori hanno perso la vita sulle piste svizzere, tra cui sei bambini sotto i 10 anni. Nello stesso periodo, 13 snowboarder sono rimasti uccisi in incidenti, secondo un'analisi del servizio di consulenza svizzera sulla prevenzione degli infortuni.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!