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SVIZZERAGli svizzeri guardano con pessimismo alla situazione politica mondiale

26.03.24 - 14:06
Da un sondaggio in merito alla sicurezza è emerso che la popolazione desidera un esercito pronto all'impiego.
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Fonte Ats
Gli svizzeri guardano con pessimismo alla situazione politica mondiale
Da un sondaggio in merito alla sicurezza è emerso che la popolazione desidera un esercito pronto all'impiego.

BERNA - Gli svizzeri non sono molto ottimisti per quel che concerne la situazione politica mondiale. Sono invece molto fiduciosi per il futuro della Svizzera. Lo indicano i risultati del dello studio "Sicurezza 2024" eseguito dall'Accademia militare (ACMIL) e dal Center for security studies, due istituti attivi in seno al Politecnico federale di Zurigo.

Lo studio - realizzato tra il 3 e il 22 gennaio su un campione di 1223 persone aventi diritto al voto, 51 delle quali in Ticino - evidenzia anche che la popolazione desidera un esercito pronto all'impiego. I consensi per un avvicinamento alla NATO sono inoltre superiori alla media, mentre restano una piccola minoranza coloro che chiedono l'adesione all'UE.

Futuro - Nel dettaglio, per quanto concerne la situazione politica mondiale, solo il 18% delle persone interrogate guarda con ottimismo al futuro. Tale valore - in calo di sei punti rispetto alla rilevazione del 2023 - è il più basso da quando viene posta questa domanda (2015). Lo studio spiega il risultato con la guerra in Ucraina e quella israelo-palestinese.

Il futuro della Svizzera è invece visto con ottimismo dal 79% dei partecipanti al sondaggio, un dato statisticamente immutato dal giugno 2022. Il 92% dichiara inoltre di sentirsi "sicuro" in generale. Un valore in leggero calo rispetto a gennaio 2023 (-2 punti).

Gli svizzeri hanno anche una elevata fiducia nelle istituzioni. Anche se i dati rilevati in gennaio non arrivano ai livelli degli anni precedenti, Consiglio federale e Parlamento godono ancora di grande fiducia, con valori superiori alla media nel confronto sul lungo periodo

Politica estera - Per quel che concerne la politica estera, una netta maggioranza rimane favorevole all'intensificazione della cooperazione economica con l'Unione europea (76%), all'impegno della Svizzera in seno all'ONU (impegno attivo a favore degli affari dell'ONU: 60%; truppe di pace dell'ONU svizzere: 59%) e a un maggior impegno della Confederazione nella mediazione di conflitti (76%). Il 52% (2023: 55%) è inoltre favorevole a un avvicinamento alla NATO.

Chi dice collaborazione non dice però adesione: come in tutti i sondaggi svolti dall'inizio del millennio, né l'adesione all'UE (17%) né l'adesione alla NATO (30%) godono del sostegno della maggioranza.

L'aiuto allo sviluppo continua da parte sua a essere sostenuto dalla maggioranza dei cittadini (58%), anche se con meno entusiasmo (il calo è di 7 punti). Rimangono tuttavia una minoranza coloro che sostengono l'affermazione secondo cui "la Svizzera dovrebbe fare affidamento solo sulla propria difesa nazionale": sono il 39%, in crescita però di 6 punti.

Neutralità - Fa quasi l'unanimità, invece, il principio di neutralità: è sostenuto dal 91% degli interrogati, un valore invariato. Per contro, è nettamente calato il consenso per la "neutralità differenziale" (chiara posizione in caso di conflitti politici all'estero, neutralità in caso di conflitti militari): solo il 51% la sostiene (-6 punti).

Lo studio ha anche posto delle domande in merito alle sanzioni pronunciate contro la Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina. Rispetto ai mesi di giugno 2022 e gennaio 2023, si registra un significativo cambiamento d'opinione. La maggioranza rimane convinta che le sanzioni adottate siano corrette (69%) e compatibili con la neutralità (64%), ma il tasso di approvazione è nettamente calato (-6 punti in entrambi i casi). Il 41% degli interrogati (+7 punti) è poi del parere che, a causa delle sanzioni, la Confederazione non possa più offrire i suoi buoni servizi.

Esercito - Per quel che concerne le forze armate elvetiche, il 92% (+3 punti) desidera un esercito "molto ben istruito", il 79% (+3 punti) uno "completamente equipaggiato". Quasi la metà degli interrogati (48%, +5) ritiene che l'esercito sia una istituzione centrale della società svizzera. Parallelamente è diminuita la percentuale favorevole a un'abolizione dell'obbligo di prestare servizio (31%, –4).

Capitolo investimenti, una maggioranza relativa (45%) è poi del parere che la Svizzera spenda "il giusto" per la difesa. Coloro che ritengono che si spenda "troppo poco" sono solo il 20% (+6 punti).

Da parte loro, i compiti più importanti delle forze armate agli occhi dei cittadini restano l'aiuto in caso di catastrofe in Svizzera e la difesa del nostro Paese in caso di guerra.

Secondo una netta maggioranza (81%), in futuro la difesa dai ciberattacchi sarà un compito sempre più importante dell'esercito. Con percentuali poco sopra il 60%, si ritiene che aumenterà anche l'impedimento di atti terroristici, l'appoggio alle guardie di confine civili in caso di grandi flussi di rifugiati e l'aiuto il in caso di catastrofe in Svizzera.

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