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Svizzera«Certificato antimafia per aziende italiane con appalti in Svizzera»

30.09.22 - 10:30
È quanto chiede di valutare Marco Romano (Centro/Ti) al consiglio federale.
Foto TiPress
Fonte ATS
«Certificato antimafia per aziende italiane con appalti in Svizzera»
È quanto chiede di valutare Marco Romano (Centro/Ti) al consiglio federale.

BERNA - Un certificato antimafia - sull'esempio di quanto si fa in Italia (n.d.r) - per le aziende con casa madre nella Penisola che partecipano agli appalti pubblici della Confederazione e delle aziende da essa detenute. È quanto chiede di valutare Marco Romano (Centro/TI) al Consiglio federale in un suo postulato approvato tacitamente oggi dal Consiglio nazionale su raccomandazione dello stesso Governo.

Il deputato di Mendrisio pensa, in particolare, agli appalti pubblici con un volume finanziario rilevante allo scopo di evitare inutili lungaggini burocratiche. Nella sua valutazione, stando a Romano, il Governo dovrebbe considerare anche la possibile ripresa della pratica da parte dei Cantoni. In Italia, spiega il consigliere nazionale ticinese, "società, imprese e consorzi devono produrre e consegnare la certificazione antimafia per partecipare ad appalti pubblici e altre forniture di servizi erogate dalle pubbliche amministrazioni".

Con questa certificazione rilasciata dalle prefetture si attesta che il richiedente non ha a suo carico misure di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, divieto/obbligo di soggiorno, condanna o sentenza definitiva o non definitiva per contraffazione, traffico illecito di rifiuti, scambio elettorale politico-mafioso, associazione a delinquere (anche di tipo straniero), sequestro di persona a scopo di estorsione.

Per Romano, trattandosi di un documento ufficiale e corrente in Italia, esso genera un valore aggiunto immediato e significativo a tutela del sistema economico e degli appalti pubblici della Confederazione e dei Cantoni. Tale certificato andrebbe richiesto anche alle aziende che beneficiano di subappalti.

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