«Non siamo sufficientemente protetti contro una minaccia nucleare»

La Svizzera non è preparata per affrontare un pericolo radioattivo. Le strutture mancano oppure sono difettose.
BERNA - La Svizzera non dispone di strutture e di equipaggiamenti necessari in caso di attacco nucleare. Questa constatazione arriva in un momento in cui in Europa, il rischio di un attacco o di un incidente di questo tipo, è decisamente esploso. «Non siamo sufficientemente preparati», avverte Urs Marti, presidente della Conferenza dei funzionari cantonali per gli affari militari, la protezione civile e la protezione civile, alla NZZ am Sonntag. Marti fa l’esempio dei dosimetri, piccoli dispositivi che emettono un segnale acustico in base alla radioattività nell’aria. «Non disponiamo di un numero sufficiente di questi dispositivi. Quelli che abbiamo sono obsoleti».
Pubblicato nel marzo 2021, un rapporto dell'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) tende a giungere alla stessa conclusione. Il rapporto elenca 230 difetti e carenze rilevati nella protezione contro gli agenti nucleari, biologici e chimici. A questo va aggiunto il pessimo stato dei centri di accoglienza della protezione civile. «La manutenzione è stata in parte trascurata», osserva Maja Riniker, presidente della Federazione svizzera per la protezione civile. Secondo lei, ciò è dovuto al fatto che la protezione civile non dispone di sufficiente personale e risorse.
Adesso i politici lanciano l'allarme. La Commissione politica di sicurezza del Consiglio nazionale dovrebbe tenere a breve una riunione straordinaria sull'argomento. «Dobbiamo fare il punto sullo stato dei centri di accoglienza della protezione civile», ha detto il suo presidente, il consigliere nazionale Mauro Tuena (Udc/Zh). Anche il Consiglio federale intende lavorare per colmare queste lacune.




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