Sì all'aiuto umanitario, «ma non dimentichiamo i non ucraini»

L'appello ai grandi nomi di Lugano: occorre pensare anche ai rifugiati di guerra che però hanno una nazionalità diversa.
BERNA - Dall'Ucraina non fuggono solo gli ucraini. Una coalizione di associazioni svizzere ha invitato oggi in una nota i partecipanti alla Conferenza di Lugano per la ricostruzione dell'Ucraina a rispondere ai numerosi appelli di rifugiati di Paesi terzi colpiti dalla guerra. Preoccupa in particolare la sorte degli studenti.
Formata da Save Africans-Ukraine, Droit de rester Neuchâtel e Society Moko, la coalizione di associazioni richiama alla «tradizione umanitaria della Svizzera», per far sentire il suo messaggio. A suo avviso la Confederazione, insieme all'Unione europea e a tutta la comunità internazionale, deve impegnarsi nella ricerca di una soluzione alla situazione dei non Ucraini toccati dal conflitto.
La coalizione intende in particolare chiedere una protezione delle centinaia di studenti, provenienti da Stati terzi, che sono fuggiti dall'Ucraina. Mentre si avvicina l'inizio dell'anno accademico, le associazioni denunciano il fatto che gli appelli rimangano ancora senza risposta.
La coalizione annuncia peraltro che lancerà mercoledì una petizione all'indirizzo dell'Unione europea e di tutti gli Stati legati dagli accordi di Schengen intitolata: «Per motivi umanitari, poniamo fine alla sofferenza dei non Ucraini e delle non Ucraine in fuga dalla guerra».




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