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SVIZZERAParla di Putin sul treno e definisce Cassis una «figura debole», alto funzionario nei guai

06.05.22 - 00:00
Un ufficiale dell'Esercito ha intrattenuto una conversazione telefonica delicata su un treno affollato diretto a Zurigo.
Tipress (simbolica)
Parla di Putin sul treno e definisce Cassis una «figura debole», alto funzionario nei guai
Un ufficiale dell'Esercito ha intrattenuto una conversazione telefonica delicata su un treno affollato diretto a Zurigo.
Non risparmia le critiche il portavoce dell'Esercito Daniel Reist: «Intollerabili violazioni delle regole». E non è escluso il licenziamento immediato.

BERNA - Una telefonata tra Berna e Zurigo, su un treno affollato. E fin qui nulla di strano. Ma quella ascoltata da un giornalista del gruppo CH-Media il mese scorso sarebbe stata una conversazione telefonica di un alto funzionario dell'Esercito, impegnato a esprimere considerazioni su Vladimir Putin e la guerra in Ucraina e a lanciare frecciatine al presidente Ignazio Cassis e alla direttrice del Dipartimento della difesa Viola Amherd. Furente il portavoce dell'Esercito Daniel Reist, secondo il quale il dipendente rischia dall'ammonizione al licenziamento immediato.

Il laptop del pendolare, riporta Watson.ch, ha subito indicato al giornalista che il suo vicino di sedile era un ufficiale di alto rango dello Stato maggiore dell'Esercito. L'uomo, rispondendo a una telefonata, si è poi lasciato andare, rivelando contenuti professionali riservati a voce un po' troppo alta. La conversazione inizialmente ruota intorno delle possibili motivazioni di Putin dietro la guerra in Ucraina. «Dal nostro punto di vista», avrebbe detto l'alto funzionario, probabilmente riferendosi ai vertici dell'Esercito, Putin non agisce in modo irrazionale. Il premier russo, ha continuato l'uomo, ha corso un rischio calcolato che poi ha pagato, ma è perfettamente in grado di ascoltare i suoi consiglieri e di adattare la sua strategia.

L'ufficiale si è poi mostrato decisamente critico nei confronti del Governo svizzero, descrivendo il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e la ministra della difesa Viola Amherd come «figure deboli» che davanti alla crisi «si rifugiano in una palla di vetro». L'uomo avrebbe poi dato diversi consigli al suo interlocutore su come rapportarsi con un responsabile dell'Intelligence federale, probabilmente il direttore dei servizi segreti Christian Dussey, per un affare professionale.

In una seconda telefonata, l'alto funzionario sarebbe poi stato ancora più negligente e avrebbe raccontato di una conversazione avuta con Christian Lanz, l'addetto alla difesa svizzera a Stoccolma. L'argomento dello scambio sarebbe stato lo stato dei negoziati di Finlandia e Svezia sulla prevista adesione alla NATO.

Interpellato su quanto ascoltato, il portavoce dell'Esercito Daniel Reist è rimasto esterrefatto. «Se quanto descritto è avvenuto realmente», ha detto, «allora si sono verificate varie intollerabili violazioni del regolamento. Anche i commenti negativi fatti verso i superiori sono inaccettabili». I dipendenti dell'Esercito, specifica, devono adottare «misure appropriate contro le intercettazioni» quando informazioni classificate vengono trasmesse oralmente. Nel frattempo la persona in questione è stata interrogata ed è stata aperta un'indagine per chiarire se siano state effettivamente rivelate informazioni riversate. Per ora, ha sottolineato Reist, vale la presunzione di innocenza, ma il funzionario rischia dalla semplice ammonizione al licenziamento immediato. 

 

 

 

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