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FRIBURGOPrigione a vita per l'assassino di Cheyres

15.09.21 - 18:12
Ha ricevuto il massimo della pena il 25enne che aveva ucciso una 19enne nel 2017, occultandone poi il corpo.
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Il luogo in cui venne rinvenuto il cadavere della 19enne.
Il luogo in cui venne rinvenuto il cadavere della 19enne.
Fonte ats
Prigione a vita per l'assassino di Cheyres
Ha ricevuto il massimo della pena il 25enne che aveva ucciso una 19enne nel 2017, occultandone poi il corpo.
Il giovane aveva colpito la vittima alla testa con un martello, abbandonandola legata nei pressi del lago di Neuchâtel.

FRIBURGO - Il Tribunale penale distrettuale della Broye ha condannato a una pena detentiva a vita il 25enne che aveva ucciso una giovane 19enne nel novembre 2017 a Cheyres (FR). I giudici hanno seguito in tutto e per tutto la requisitoria del Ministero pubblico friburghese e considerato l'«atto inumano». A nulla sono valsi i tentativi della difesa che in aula aveva chiesto una pena meno severa.

Il corpo senza vita della giovane era stato rinvenuto il 17 gennaio 2018, in una zona paludosa ai bordi del lago di Neuchâtel. La vittima, una ginevrina, era legata e presentava una ferita alla testa. Due giorni dopo, il suo amico era stato interrogato e aveva subito ammesso i fatti. I due si conoscevano fin da bambini.

L'omicidio risaliva a un paio di mesi prima della scoperta del cadavere. La sera del 22 novembre, l'imputato aveva convinto l'amica ad arrivare a Cheyres in treno da Ginevra, per poi spostarsi nei pressi del lago. L'omicida si era presentato all'appuntamento munito di martello e fascette.

A seguito di una controversia di tipo pecuniario, la giovane aveva tentato di tornare verso la stazione. L'allora 21enne l'aveva però colpita al capo con il martello, legandole poi polsi, ginocchia e caviglie. Il giovane ha confermato questa versione, negando però di aver svestito la sua vittima. Essa era stata trovata senza pantaloni, slip e con il reggiseno tagliato.

L'imputato l'aveva abbandonata mentre era in stato d'incoscienza, a una temperatura compresa fra i cinque e gli otto gradi. Era in seguito tornato sul luogo del delitto solo una volta, circa un mese più tardi. A causa della decomposizione del corpo, l'autopsia non ha potuto determinare con precisione causa e momento della morte. A risultare fatale non sembra però essere stata la martellata: la procura privilegia le ipotesi dell'ipotermia o dell'annegamento.

Iniziato lunedì, il processo è stato delocalizzato a Granges-Paccot, in una sala idonea alle norme sanitarie.

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