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SVIZZERASenza una banca dati nazionale, la terza dose si fa in un altro cantone

10.08.21 - 11:25
In Svizzera non esiste un registro nazionale dei vaccinati. Il motivo? La protezione dei dati
20min/Celia Nogler
Senza una banca dati nazionale, la terza dose si fa in un altro cantone
In Svizzera non esiste un registro nazionale dei vaccinati. Il motivo? La protezione dei dati

BERNA - Se fosse necessaria la somministrazione di una terza dose, la Svizzera potrebbe dare rapidamente il via alle inoculazioni. Lo ha assicurato Virginie Masserey dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) in una recente intervista a 20 Minuten. Ma già ora è possibile ottenere una terza dose, sfruttando una falla nel sistema: l'assenza di un registro centralizzato delle vaccinazioni.

Ci hanno provato due giornalisti di 20 Minuten completamente vaccinati: iscrivendosi alla campagna nel proprio cantone di residenza, sono stati respinti. Ma riprovandoci in un altro cantone, dove vengono accettati anche cittadini extra-cantonali, hanno ricevuto un appuntamento per la vaccinazione.

E anche al centro di vaccinazione non vengono effettuate ulteriori verifiche. «Non si può escludere che qualcuno si faccia somministrare una terza dose» conferma il Dipartimento della sanità zurighese su richiesta di 20 Minuten. «Non esiste una banca dati nazionale che possa impedire il turismo del vaccino». Non dovrebbe comunque trattarsi di un fenomeno diffuso, secondo le autorità.

È una questione di protezione dei dati, come spiega il medico cantonale basilese Thomas Steffen: «I cantoni possono accedere soltanto ai dati delle persone residenti nel proprio cantone e quindi non è possibile sapere se siano registrate e vaccinate altrove».

Fatto sta che una terza dose deve dapprima essere approvata da Swissmedic. E quindi raccomandata dalla Confederazione. «Non consigliamo nulla che sia dapprima stato attentamente esaminato» aveva detto Masserey. Anche Steffen sottolinea che non è prudente non rispettare le raccomandazioni: non è ancora chiaro quali possano essere gli effetti collaterali.

Per Andreas Faller, ex vicedirettore dell'UFSP, è «molto discutibile» il fatto che la protezione dei dati non permetta la creazione di un registro nazionale dei vaccinati. «Ci si deve chiedere se in questo caso non si debba dare maggiore peso all'interesse dello Stato: la domanda se qualcuno sia stato vaccinato contro il Covid o meno non è un'informazione sensibile».

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