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SVIZZERAChe lavoro fanno (e cosa votano) gli scettici svizzeri

10.07.21 - 20:06
Chi ha paura del vaccino? Un'indagine mostra un "divario" ideologico ma anche salariale, tra favorevoli e contrari
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Che lavoro fanno (e cosa votano) gli scettici svizzeri
Chi ha paura del vaccino? Un'indagine mostra un "divario" ideologico ma anche salariale, tra favorevoli e contrari
Mentre aumenta la copertura della popolazione, la resistenza si conferma forte tra gli addetti del settore agricolo, del turismo e dell'industria. E anche tra gli elettori dell'UDC

BERNA - Gli svizzeri vogliono vaccinarsi sempre meno. Soprattutto quelli che vivono in zone rurali, con un basso grado di istruzione. A rilevarlo è un sondaggio condotto dalla società Sotomo per conto della SSR-SGR, l'ottavo dall'inizio della pandemia. 

Il trend era apparso evidente già all'inizio di luglio in alcuni cantoni, ed è ora confermato a livello generale. Sembra che la Svizzera abbia raggiunto, o sia molto vicina a raggiungere il suo limite vaccinale. Solo il 3 per cento dei non-vaccinati hanno dichiarato nell'indagine di volerlo fare a breve. Gli altri vogliono aspettare (12 per cento) o non intendono vaccinarsi affatto (25 per cento). 

Dietro ai numeri poco incoraggianti c'è comunque una situazione nettamente migliorata: tra marzo e luglio, la quota di popolazione che ha ricevuto la seconda dose è passata dall'8 al 60 per cento, la Svizzera ha insomma recuperato il ritardo accumulato nei primi mesi dell'anno. 

I motivi del no - Tendenzialmente è calato però anche l'ottimismo rispetto ai vaccini. Se nell'ultimo sondaggio, a marzo, il 61 per cento degli intervistati ritenevano che la vaccinazione fosse la via d'uscita dalla pandemia, ora ne è convinto il 51 per cento del campione. Una conseguenza delle incertezze legate alla copertura della variante Delta, che nei giorni scorsi ha fatto di nuovo aumentare i contagi nel nostro paese. 

Differenze sociali - Gli scettici nei confronti del vaccino abitano soprattutto in zone e cantoni rurali, mentre l'adesione alla campagna preventiva è più alta nelle aree urbane e tra le fasce della popolazione con più alto reddito. La quota di quanti non si vaccineranno raggiunge il 51 per cento tra gli addetti all'agricoltura, il 46 per cento nel settore sport-cura del corpo, il 33 per cento tra gli operai e gli addetti alla produzione industriale, il 35 per cento nel turismo. 

Questione di istruzione? - Nel settore culturale la percentuale scende al 29 per cento, al 28 per cento in quello dei media, al 20 per cento tra chi si occupa di politica, al 19 per cento tra chi si occupa di analisi e lavora in campo accademico. L'indagine mostra che lo scetticismo ha anche una connotazione politica: solo il 7 per cento degli elettori del Ps sono contrari, mentre tra chi vota Udc non intende vaccinarsi un intervistato su due (51 per cento). 

SRF-SOTOMO

Graben ideologico - Il curatore dell'indagine, Michael Hermann, ha parlato di un «graben ideologico». La forte politicizzazione della vaccinazione è un «fenomeno nuovo» che vede contrapposto l'elettorale dell'Udc «alla maggior parte dei sostenitori di tutti gli altri partiti».

Il certificato divide - I sostenitori dei Verdi sono secondi nella classifica della riluttanza al vaccino: il 15 per cento non intende affatto vaccinarsi. Ma anche il certificato Covid segna un confine politico: il 43 per cento degli elettori democentristi lo rifiutano, mentre tra le file socialiste i favorevoli sono l'81 per cento. Più di due terzi degli intervistati, in ogni caso, associano il certificato a una vaccinazione obbligatoria indiretta, sebbene possa essere utilizzato anche da chi è guarito e si è sottoposto al test.

Quali conseguenze a lungo termine? - L'indagine ha anche sondato le aspettative della popolazione rispetto all'impatto a lungo termine della pandemia. Cosa cambierà, in futuro? Il 78 per cento degli intervistati prevede una maggior diffusione del tele-lavoro (78 per cento): un cambiamento che tre quarti della popolazione dichiara di desiderare (il 13 per cento vorrebbe addirittura lavorare solo da casa). Per il 64 per cento degli svizzeri la pandemia darà un grande impulso alla digitalizzazione, per il 59 per cento la società ne uscirà più polarizzata. Solo il 18 per cento crede che ci saranno dei benefici duraturi per il clima.  

L'indagine:

La raccolta dei dati per l'ottava rilevazione dell'Osservatorio SRG Corona ha avuto luogo dal 1° al 5 luglio 2021. La popolazione oggetto dell'indagine è costituita dalla popolazione residente linguisticamente integrata in Svizzera di 15 anni e più. Il sondaggio è stato effettuato online. Gli intervistati sono stati reclutati da un lato tramite i portali web SRG SSR e dall'altro tramite il panel online Sotomo. Dopo la correzione e il controllo dei dati, è stato possibile utilizzare per l'analisi le informazioni di 23.337 persone (Svizzera tedesca: 16.695, Svizzera francese: 5738, Svizzera italiana: 904).

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