I vaccini anche in farmacia?

Manca il via libera delle autorità cantonali, ma PharmaSuisse è ottimista. «Anche noi facciamo la nostra parte»
BERNA - Anche le farmacie vogliono contribuire all'operazione di vaccinazione su vasta scala contro il coronavirus. Lo indica la Società svizzera di farmacisti PharmaSuisse affermano che manca solo il via libera dalle rispettive autorità cantonali.
Con l'omologazione - temporanea - in Svizzera del vaccino del gruppo statunitense Moderna, i farmacisti, già abituati a vaccinare contro l'influenza, sono pronti a partecipare alla campagna di immunizzazione contro il Covid-19, indica PharmaSuisse in una nota.
«Ora che la tipologia di vaccini e ben presto anche il numero di dosi consentono di diversificare i luoghi di vaccinazione, niente più dovrebbe opporsi a integrare nella campagna di vaccinazione i circa 2500 farmacisti debitamente formati e abilitati», afferma PharmaSuisse in una nota. Non tutti possono infatti recarsi nei centri di vaccinazione. Da qui l'importanza di disporre di questi «operatori sanitari di prossimità».
Il coinvolgimento di quasi 1000 farmacie in tutto il Paese alleggerirà i servizi e gli operatori sanitari, messi a dura prova negli ultimi mesi. PharmaSuisse lavora a stretto contatto con l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) da diversi mesi allo scopo di integrare il personale farmaceutico nella strategia di vaccinazione.
Per il momento, ammette comunque PharmaSuisse, «rimangono alcune sfide logistiche e amministrative». L'avanzamento delle discussioni con le varie autorità locali sono inoltre diverse a seconda del cantone.
Vi è inoltre il problema dei costi: a differenza delle altre vaccinazioni, questa è a carico della Confederazione. Trattative sono in corso sul rimborso delle spese agli studi medici e alle farmacie che, secondo i calcoli di PharmaSuisse, attualmente non coprono i costi effettivi.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!