Gay «da picchiare», «contronatura» o che devono stare alla larga: che cosa vieterà di dire e cosa no la nuova norma antiomofobia se approvata?
ZURIGO - «Essere gay è una malattia». «Se due gay si baciano non si lamentino poi se vengono picchiati». «Se uno è gay non provi a toccarmi». Un reportage sugli episodi di violenza contro uomini omosessuali a Zurigo, realizzato dai colleghi di 20 Minuten (vedi video allegato), ha raccolto non poche dichiarazioni più o meno omofobe. Ma quante di esse sarebbero effettivamente punibili in base alla nuova norma contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale sulla quale il Popolo svizzero è chiamato a votare il 9 febbraio prossimo (di’ la tua qui)? 20 Minuten lo ha chiesto a Martino Mona, professore di Diritto penale e Filosofia del diritto all’Università di Berna.
Vietate in pubblico, non in privato - Prima di procedere alla valutazione di alcune delle frasi omofobe raccolte, il docente tiene a sottolineare: «Affermazioni come “Essere gay è contronatura” continueranno a essere permesse in un contesto privato, per esempio a una tavolata di amici, anche dopo un’eventuale modifica della norma penale antirazzismo». La legge sanziona infatti chiunque inciti «pubblicamente» all’odio o alla discriminazione.
«Se ai gay va bene convivere con il rischio di essere picchiati, possono anche baciarsi in pubblico. La colpa però è loro.» / «I gay possono essere curati con un po’ di botte.»
Mona: «A patto che queste esternazioni siano fatte in pubblico (per esempio su social media aperti), possono essere considerate istigazione alla violenza. Le persone che dicono cose simili in pubblico, tuttavia, già adesso si muovono nell’ambito della punibilità. Lo stesso vale se si incita concretamente alla violenza contro omosessuali in privato.»
«Essere gay è una malattia, è un difetto del cervello. Non si può curare.»
Mona: «Nemmeno un’uscita così sconsiderata e sciocca diventerebbe punibile in caso di un’eventuale approvazione della legge. L’esternazione deve essere infatti così estrema da poter dire che, attraverso di essa, un intero gruppo di persone viene sminuito in maniera inumana.»
«Per me esistono “Adamo ed Eva”, non “Harald e Peter”. Un gay non dovrebbe abbordarmi o toccarmi.»
Mona: «Questa affermazione è solo un goffo scherzo e perciò è innocua. Si potrà continuare a dire che non si vuole essere “abbordati”». Simili frasi non diventeranno più facilmente punibili in caso di approvazione della nuova norma: «Per quanto stupide e riprovevoli siano», precisa Mona.