Lo ha deciso oggi il Consiglio federale precisando che in futuro la SSR riceverà un importo fisso pari a 1,2 miliardi
BERNA -Dal 2019 il canone radio-tv per ogni economia domestica scenderà dagli attuali 451 a 365 franchi all'anno, ossia un franco al giorno. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale precisando che in futuro la SSR riceverà un importo fisso pari a 1,2 miliardi.
La diminuzione del canone è resa possibile grazie al passaggio al nuovo sistema di riscossione che non sarà più legato al possesso di un apparecchio di ricezione. Di conseguenza, un numero maggiore di economie domestiche e di imprese sarà assoggettato alla tassa.
Dall'altro lato, le spese amministrative legate alla riscossione saranno fortemente ridotte grazie alla semplificazione del sistema (20,2 milioni per Serafe nel 2019 contro 55,4 milioni per Billag attualmente), ha detto in una conferenza stampa a Berna la presidente della Confederazione Doris Leuthard.
Più soldi alle emittenti private - Con il nuovo canone la Società svizzera di radiotelevisione avrà tuttavia meno fondi a disposizione: nel 2019 l'azienda otterrà 1,2 miliardi di franchi di proventi del canone. "Si tratta di circa 40 milioni di franchi in meno rispetto al 2016, ma pur sempre di un importo sufficiente per un servizio pubblico di qualità nelle quattro lingue nazionali", ha rilevato la Leuthard.
L'importo versato alle emittenti private regionali passerà invece dagli attuali 67,5 milioni a 81 milioni. Questa cifra rappresenta il 6% del provento totale del canone, ossia il massimo previsto dalla Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV). Due milioni di franchi all'anno sono inoltre previsti come misura di sostegno all'Agenzia telegrafica svizzera (ats).
"L'ats fornisce un servizio a tutti i media di tutta la Svizzera", ha sottolineato la consigliera federale. Una consultazione concernente la nuova legge sui media elettronici verrà lanciata nella primavera dell'anno prossimo e in quest'ambito verrà discusso anche il sostegno all'ats.
Esenzioni - Per quanto riguarda il nuovo canone radio-tv, le persone che abitano in collettività, ad esempio in una casa per anziani o per studenti, non dovranno più pagarlo individualmente. In questi casi, la fattura complessiva per tutta l'entità interessata ammonterà a 730 franchi. Le persone beneficiarie di prestazioni complementari all'AVS/AI continueranno ad esserne esentate.
Anche le economie domestiche che non dispongono di alcun mezzo per captare programmi radiofonici o televisivi, potranno chiedere l'esenzione della tassa di ricezione per un periodo transitorio di 5 anni.
Come promesso nel 2015 durante la campagna di votazione relativa alla nuova LRTV, le imprese il cui fatturato è inferiore a 500'000 franchi saranno pure dispensate dal pagamento del canone. "Si tratta di 3 aziende svizzere su quattro", ha precisato la Leuthard.
Tariffe progressive e surplus - L'ammontare per le altre sarà calcolato in funzione del loro giro d'affari. Quelle con vendite comprese tra 500'000 franchi e un milione dovranno ad esempio versare 365 franchi all'anno. Tra uno e cinque milioni 910 franchi. L'importo massimo di 35'590 franchi è previsto per quelle società che hanno un fatturato superiore a un miliardo.
Il governo ha anche precisato che se il provento del canone dovesse oltrepassare il fabbisogno, a fine anno il surplus sarà versato su un apposito conto. Questo verrà utilizzato dall'esecutivo per compensare un eventuale futuro nuovo abbassamento della tassa di ricezione.
La prossima valutazione dell'ammontare del canone verrà effettuata nel 2020 dopo un consulto con il Sorvegliante dei prezzi. In seguito verrà riesaminato ogni due anni. "Ma 1 franco al giorno per le prestazioni fornite, è un importo molto vantaggioso se si fa un raffronto internazionale", ha rilevato la Leuthard.
Alle urne il 4 marzo - Oggi il Consiglio federale ha anche deciso che il popolo sarà chiamato ad esprimersi sull'abolizione del canone radio-tv il 4 marzo prossimo.
L'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo" è invisa sia al Governo che al Parlamento. Entrambi raccomandano a popolo e Cantoni di respingere questa modifica costituzionale, senza opporle un controprogetto.
Il testo di legge in votazione, depositato dall'Associazione "No Billag" nel dicembre 2015 con 112'191 firme valide, prevede che la Confederazione non possa riscuotere canoni, né sovvenzionare o gestire emittenti radiofoniche o televisive. Se l'iniziativa venisse accettata, le attuali concessioni con partecipazione al canone verrebbero revocate senza indennizzo.
La Leuthard ha tenuto a precisare che le decisioni odierne sul futuro importo del canone radiotelevisivo e sulla data della scrutinio federale non rappresentano un inizio ufficiale della campagna di votazione. "Questo avverrà in gennaio", ha aggiunto.
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