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19 anni e con il gol nel sangue, Bengondo: «Ho preso tanto da mio papà...»

Bomber del Taverne, il 19enne Samuele Bengondo ha il futuro davanti a sé: «Ma voglio rimanere con i piedi per terra...».
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19 anni e con il gol nel sangue, Bengondo: «Ho preso tanto da mio papà...»
Bomber del Taverne, il 19enne Samuele Bengondo ha il futuro davanti a sé: «Ma voglio rimanere con i piedi per terra...».
Nella prima parte di stagione il ragazzo ha già siglato 12 gol ed è secondo nella classifica marcatori del campionato di Prima Lega Classic.
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TAVERNE - A suon di gol Samuele Bengondo sta trascinando il Taverne oltre le più rosee aspettative. Partita per ottenere una salvezza tranquilla, la squadra di Vittorio Bevilacqua è attualmente settima a -2 dalla zona promozione. Se è vero che i meriti vanno sempre distribuiti a tutte le componenti di un team, non si può negare come tanti di essi siano da attribuire all'attaccante 19enne – figlio dell’ex Bellinzona Patrick – autore fin qui di 12 gol, fra cui cinque doppiette.

Le sue prestazioni non stanno passando inosservate e ci sono già alcune società, oltre Gottardo e non, che hanno messo il suo nome in cima alla lista dei desideri. Ma lui assicura di voler tenere i piedi ben piantati a terra e di volersi focalizzare soltanto sul presente.

«Sono sempre stato vicino alla vita calcistica di mio padre – ci ha detto il ragazzo – Quando cambiava squadra ho spesso vissuto con lui nelle città in cui giocava. Mi ha trasmesso questa passione; il pallone era sempre parte di me nella quotidianità: a casa, in cortile, al campetto e in spiaggia. Tutto è poi cominciato nella Scuola Calcio del Bellinzona...».

Da lui hai ereditato senza dubbio il fiuto del gol...
«Ogni volta che lo guardavo speravo che segnasse perché esultava con il salto mortale, che era una cosa che gli chiedevo io. Adesso anch’io mi sto allenando per riuscire a farlo…».

Ti segue sempre?
«Quando ha la possibilità mi viene a vedere soprattutto nelle partite che giochiamo in Svizzera tedesca. Mi fa notare cosa gli è piaciuto di me e i punti sui quali devo migliorare. Quando segno, spesso mi dice che i miei gol sono come i suoi. Ma anche quando sbaglio me lo fa notare…».

Eppure l'anno scorso le cose non erano andate così bene...
«Esattamente, l'anno scorso ho giocato davvero poco. Ma non mi sono lasciato andare. Durante l’estate sentivo dentro una fame incredibile e avevo delle buone sensazioni: sapevo che sarei stato in grado di fare molto di più… Ho quindi lavorato al campetto da solo affinando la tecnica e alcuni aspetti del mio gioco. Già da inizio stagione anche i miei compagni mi hanno spronato a dare il massimo. Grazie al lavoro e alla loro fiducia, oltre a quella del Mister, sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio in un ambiente ideale».

Non ti sei mai fatto demoralizzare dalla situazione?
«Sicuramente non ero molto felice, anche perché mi sono sempre impegnato in allenamento. Ad ogni modo il mister aveva le sue idee e a me non rimaneva che accettarle. Ho provato a cambiare le cose a mio favore ma non ci sono riuscito. Ho comunque pensato che il mio momento sarebbe arrivato e così è stato. Non è tutto da buttare quanto successo lo scorso anno». 

Che allenatore è Vittorio Bevilacqua?
«Per me è un grandissimo allenatore. Il suo punto di forza è la sincerità nel dire quello che pensa a ogni giocatore. Trovo che questo aspetto ti dia quella forza necessaria per fare ancora meglio in campo. Personalmente con lui mi trovo veramente bene, ha sempre creduto in me e di questo gliene sono grato. Anche nelle situazioni difficili, riesce a trovare le parole giuste per cercare di cambiare la situazione. A livello mentale ci ha aiutato moltissimo e se siamo dove siamo lo dobbiamo in gran parte a lui. Non vorrei però tralasciare il lavoro degli altri componenti dello staff tecnico e della società».

Hai solo 19 anni e un futuro tutto da scrivere: qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Sono una persona molto umile e non mi piace guardare troppo in là. Ma ogni ragazzo, indipendentemente dalla lega in cui gioca, ha il suo sogno nel cassetto. Sono un fan sfegatato di Cristiano Ronaldo e sin da piccolo l'ho sempre seguito quando giocava nei Red Devils: il mio sogno è un giorno giocare nel Manchester United. Malgrado ciò, non sono mai riuscito a vedere CR7 dal vivo ma spero una volta di riuscirci. La Serie A? Sono juventino...».

Dove sarai l'anno prossimo?
«Per il momento sono concentrato sul Taverne, non voglio guardare troppo in là. È il presente che ti permette di scrivere il futuro che vuoi tu. Ci sono comunque state delle squadre che hanno chiesto informazioni sul mio conto. Ad oggi l'unica cosa certa è che mi sono pre-iscritto all'università di Losanna, nel ramo Scienze motorie e management... Se dovesse però arrivare una proposta importante la valuterei insieme alla mia famiglia».  

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