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FCL - L'ANALISI

Lugano, dopo l'inferno arriverà il paradiso?

Dopo un inizio stagionale traumatico, il FCL è risorto come l'Araba Fenice, vivendo un ottimo autunno. Con la vetta del Thun distante "solo" 7 lunghezze non credere al titolo sarebbe un delitto.
Ti-Press
Lugano, dopo l'inferno arriverà il paradiso?
Dopo un inizio stagionale traumatico, il FCL è risorto come l'Araba Fenice, vivendo un ottimo autunno. Con la vetta del Thun distante "solo" 7 lunghezze non credere al titolo sarebbe un delitto.
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LUGANO - Cluj. Celje. Cham. Tre "C" che hanno certificato l'inizio stagione da incubo del FC Lugano. Il 17 agosto - con la clamorosa sconfitta al primo turno di Coppa Svizzera contro la compagine di Prima Lega Promotion - i bianconeri avevano già bucato 2 obiettivi stagionali su 3. Una crisi che poi si è ulteriormente accentuata con le quattro partite perse (Thun, Sion, San Gallo e YB) nelle prime cinque uscite in campionato.

Un inizio stagione nerissimo che - unito alla deflagrazione del caso Saipi dopo l'arrivo di Von Ballmoos - sembrava aver minato le certezze bianconere e quelle del suo allenatore Mattia Croci-Torti, messo per la prima volta in discussione dall'ambiente. Insomma la situazione era difficile. Complicata. Potenzialmente distruttiva. Una situazione che invece di demolirlo, però, ha compattato un gruppo che da metà settembre è tornato performante. Ha scalato la classifica. E ha raggiunto il terzo posto. «Dopo la sconfitta con il Cham avrei potuto mollare, ma mi conoscete: non sono il tipo che molla», aveva spiegato il Crus prima della pausa invernale.

E infatti né lui né la sua truppa hanno mollato. E dal 17 settembre hanno viaggiato con ritmi da primi della classe: 30 punti in 14 partite, per una media di 2.14 a match. Una rinascita favorita, pure, da una ritrovata solidità difensiva. Dal 18 ottobre - giorno del primo confronto di campionato terminato senza concedere reti all'avversario (1-0 casalingo allo Zurigo, ndr) - il FCL ha infatti inanellato altri 6 clean sheet nelle successive 10 partite.

Un dato, questo, che fa ben sperare per il proseguo del campionato. Il reparto arretrato bianconero - sostenuto negli ultimi tempi da un sontuoso Antonios Papadopoulos e da un ritrovato Amir Saipi - andrà però ulteriormente puntellato - con uno o due centrali di qualità (nel frattempo è partito anche un deludente El Wafi) - per permettere al Crus di tornare a schierare la difesa a tre. Perché come recita il detto - gli attacchi vincono le partite, ma le difese vincono i campionati.

E a proposito di attacco, anche qui il calciomercato invernale dovrà regalare al Crus un'alternativa valida a Kevin Behrens che dopo un avvio in sordina parrebbe essersi finalmente sbloccato (suoi i game winning goal nelle ultime due partite). Insomma i vertici bianconeri sono chiamati a confermare i big (Papadopoulos e Zanotti su tutti) e a migliorare la rosa per dare a Mattia Croci-Torti tutte le risorse necessarie per poter pensare in grande. Per poter pensare al titolo. Sì perché questo - con YB e Basilea in difficoltà (e ancora invischiate in Europa) - potrebbe veramente essere l'anno buono per il Lugano. La rimonta, insomma, è fattibile. La vetta della classifica - detenuta dal sorprendente Thun di Lustrinelli - è ormai lontana "solo" 7 punti. E non crederci fino in fondo sarebbe un peccato mortale.

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