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PICCOLE STORIE«Ho una certa età e con il passare del tempo ho imparato a rimanere più calmo»

11.12.24 - 11:00
Bevilacqua e il suo Taverne si sono resi protagonisti di un ottimo girone d'andata in Prima Lega: «Siamo andati oltre le aspettative»
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«Ho una certa età e con il passare del tempo ho imparato a rimanere più calmo»
Bevilacqua e il suo Taverne si sono resi protagonisti di un ottimo girone d'andata in Prima Lega: «Siamo andati oltre le aspettative»
Il grande trascinatore del Taverne è stato Samuele Bengondo, secondo nella classifica marcatori con 12 gol all'attivo.
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TAVERNE - Il Taverne ha portato a termine un gran girone d'andata nel campionato di Prima Lega. Sesto con 25 punti in 15 partite, la formazione sottocenerina è a tre lunghezze dal secondo posto (sinonimo di finali) con incontro da recuperare.

Insomma, il minimo che si possa dire è che i primi cinque mesi sotto la guida dell'instancabile Vittorio Bevilacqua - tornato in Ticino ad allenare dopo quasi 20 anni - sono stati davvero positivi... «Siamo andati oltre le più rosee aspettative - ci ha detto proprio l'allenatore momò - Quando sono arrivato non conoscevo nessuno, ho avuto bisogno di un periodo di adattamento. Oggi posso dire che qui a Taverne c'è un ambiente davvero sano, siamo una famiglia e non è una frase fatta. Il presidente Carlo Burà è lì da tanti anni, ha un carattere particolare, forte come il mio. Qualche volta ci siamo scontrati, ma ciò non toglie che io e lui andiamo d'accordo. Penso che ci piacciamo a vicenda perché ci diciamo sempre le cose in faccia. Anche con il mio vice Stefano Marazzo mi trovo davvero bene, ha una passione incredibile, così come il direttore sportivo Pino Manfreda che è molto bravo. Senza dimenticare i due fisioterapisti Francesco Curatolo e Nicolas Pizio, bravissimi quando si tratta di recuperare i giocatori infortunati, e l'allenatore dei portieri Damiano Bianchi».

Ora che siete lì, quale sarà l'obiettivo in primavera?
«Lo stesso che mi hanno chiesto in estate, ovvero la salvezza. Anche se il girone di ritorno è sempre un altro campionato, proveremo ad arrivare il più in alto possibile. Come nella vita, anche nel calcio bisogna essere ambiziosi perché l'appetito vien mangiando. Se guardiamo la classifica - considerando che dobbiamo anche recuperare una partita a Sciaffusa - siamo a tre punti dal secondo posto, che significa finali per la promozione. Restiamo con i piedi per terra, ci piacerebbe rimanere nella parte sinistra della classifica. Oggi dobbiamo pensare a fare gli otto/dieci punti che ci servono per il raggiungimento della salvezza, poi quello che verrà in più lo prenderemo...».

Tanti giovani insieme a qualche elemento con esperienza: quello a tua disposizione è un gruppo davvero ben assortito... Senza dimenticare i 12 gol del 18enne Bengondo...
«Nel suo insieme abbiamo un gruppo molto giovane, tanto che una volta un arbitro mi ha detto "Hai una squadra di allievi". Ci sono diversi 2005 e 2007, nei quali lungo il girone d'andata ho visto dei progressi. Questo aspetto mi rallegra molto. E poi sì, avere un giocatore che fa tanti gol è chiaro che aiuta... Il mercato? In queste settimane di pausa proveremo a ingaggiare due-tre elementi, anche se non sarà facile individuare qualcuno che faccia al caso nostro».

Negli anni sei sempre stato catalogato come un allenatore complicato da gestire: questa per te è una sorta di rivincita?
«Non cerco rivincite, ma a Taverne sono davvero felice. Non mi interessa parlare di me, ho 66 anni e non ho più tante ambizioni nel calcio. Ho una certa età e con il passare del tempo ho imparato a rimanere più calmo. Dico quello che penso, senza peli sulla lingua, non dico quello che gli altri vorrebbero sentirsi dire e non mi nascondo. Pensate che nel girone d'andata non ho mai preso nemmeno un cartellino. Mi arrabbio sì, ma con i miei giocatori...».

Due parole sul Lugano del tuo amico Mattia Croci-Torti...
«Io e Mattia ci sentiamo tutte le settimane. È l'allenatore che ha fatto meglio nella storia del Lugano, anche del grande Roberto Morinini e questo la dice lunga su quanto sia bravo e preparato. Gli auguro davvero di vincere il campionato, se lo meriterebbe. Tradizionalmente i momò non amano il Lugano, ma io ho sempre seguito le gesta dei bianconeri con attenzione e curiosità. Oggi ancor di più perché in panchina c'è il Crus... Lugano è un'eccezione in un Ticino calcistico che, rispetto al resto della Svizzera, per infrastrutture ma non solo, considero un po' il terzo mondo».

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