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SUPER LEAGUE«Lugano? Il presidente sa il fatto suo e lo stadio sarebbe la ciliegina sulla torta»

16.06.20 - 08:00
Andrea Manzo: «Opterei per un campionato a 16 squadre. Diventerebbe più reale ed emozionante anche per chi deve vincere»
Tipress, archivio
«Lugano? Il presidente sa il fatto suo e lo stadio sarebbe la ciliegina sulla torta»
Andrea Manzo: «Opterei per un campionato a 16 squadre. Diventerebbe più reale ed emozionante anche per chi deve vincere»
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Venerdì riparte anche la Super League con il match fra YB e Zurigo (ore 20.30), valido per il 24esimo turno di campionato.

Dal canto suo il Lugano scenderà invece in campo domenica a Ginevra contro il Servette (ore 16). Il calcio è dunque uno dei primi sport a essersi rimesso in moto... «Il calcio è uno sport trainante per tutte le altre discipline, che hanno così la possibilità di poter vedere cosa succede e agire di conseguenza», è intervenuto l'ex allenatore di Lugano e Chiasso Andrea Manzo. «La popolarità che ha il mondo del pallone a livello globale, così come gli investimenti che ne conseguono, permettono alle società di fare degli accertamenti importanti giornalmente e tenere la situazione sotto controllo. Bisognerà vedere fra una ventina di giorni quali risvolti avranno le varie squadre. In Germania si sta giocando da un mese e le cose sembrano funzionare. Qualche calciatore è risultato positivo al coronavirus, ma è stato isolato dal resto del gruppo. Credo si stia andando nella direzione giusta». 

È giusto secondo te terminare la Super League? «A prescindere dal discorso del calcio penso che si debba tornare alla normalità, poi in un modo o nell'altro questa disciplina manca a tante persone ed evidentemente ci sono molti interessi in gioco. Personalmente credo sia stato giusto portare a termine il campionato, anche perché ci sono club che hanno investito tanto e che mirano a un certo prestigio. In Francia per esempio il PSG avrebbe vinto comunque la Ligue 1, ma per quanto riguarda la zona retrocessione o la qualificazione in Europa subentrano dei fattori importanti. Alcune società hanno sicuramente fatto investimenti di un certo livello, pensando a un ritorno economico, e invece si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Nello stesso tempo i controlli cui si devono sottoporre i giocatori - prima e dopo le partite - porterà inevitabilmente a una certa apprensione come succede anche già nel mondo reale. Al primo colpo di tosse, dopo qualche starnuto o a causa del naso un po' intasato si penserà subito al peggio. Sono però convinto che nell'arco dei 90' si tende a dimenticare tutto, anche perché subentra la "sfida" dove si cerca di emergere rispetto all'avversario».

Avresti preferito un campionato a 12 squadre? «Sinceramente opterei per una Super League a 16, anche perché fra i cadetti ci sarebbero sei formazioni sane sotto l'aspetto economico e che potrebbero prendere parte alla categoria senza affanni. In questo modo ci sarebbero trenta incontri totali e affrontare ogni avversario solo due volte diventerebbe più reale ed emozionante, anche per chi deve vincere. Non mi piace l'idea di giocare quattro scontri diretti con un solo avversario, ci si conosce troppo bene e diventa un'arma a doppio taglio».

Come vedi la situazione del Lugano? «Da quando è salito in Super League ha sempre disputato degli ottimi campionati. La struttura societaria è in ordine, i giocatori sono molto validi per la categoria e il presidente sa il fatto suo. Sono quindi dell'opinione che il Lugano possa fare bene anche in futuro. Abbiamo visto che anche quando partono alcuni giocatori fondamentali, la squadra resta competitiva. Lo stadio? Sarebbe la ciliegina sulla torta per coronare gli sforzi fatti finora. Non solo per il fattore del pubblico, ma per un insieme di cose. Per esempio i bianconeri si sono qualificati due volte in Europa negli ultimi tre anni e adesso sono conosciuti. Il club necessita di una struttura propria per continuare a crescere». 

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COMMENTI
 

streciadalbüter 3 anni fa su tio
Panem et circences.La storia non cambia.
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