Briatore al pit-stop della verità: «Ecco perché la Ferrari gira a vuoto»


Tra frecciate, contraddizioni e un pizzico di nostalgia… Briatore ne ha per tutti. Anche per Maranello
In Ferrari stanno lavorando sodo in vista del Bahrain.
Tra frecciate, contraddizioni e un pizzico di nostalgia… Briatore ne ha per tutti. Anche per Maranello
In Ferrari stanno lavorando sodo in vista del Bahrain.
SAKHIR - Quando Flavio Briatore parla, il mondo della F1 si ferma. O almeno, si gira a vedere chi ha beccato. Stavolta il bersaglio è grosso, rosso e con un cavallino rampante sul cofano: la Ferrari.
Il consigliere Alpine non si è trattenuto e ha sganciato la frizione senza pensarci due volte: «La Ferrari non va». Ma non si è fermato a questo. «L’arrivo di Hamilton? Solo marketing». Ma come, direte voi, la Ferrari ha bisogno di pubblicità come un kebabbaro ha bisogno del bidet? È già un’icona globale, mica deve fare l’influencer su TikTok...
Eppure, Briatore ha rilanciato. «Il vero problema della Rossa è… la logistica». Sì, perché tutti i team che vincono hanno sede in Inghilterra, dove vivono gli ingegneri più brillanti. Gente che, a quanto pare, non sogna tramonti emiliani e tortellini, ma pioggia e fish&chips. Insomma, pare che spostarsi a Maranello sia come chiedere a un londinese di trasferirsi in un borgo senza Uber.
Ma attenzione, il colpo di scena è dietro l’angolo. Lo stesso dirigente che ha accusato la Ferrari di non attrarre talenti, poi l'ha bacchettata perché non riesce a trattenerli. Cita Andrea Stella (che sta facendo brillare la McLaren) ed Enrico Cardile, ormai pronto a portare il suo know-how in Aston Martin dopo una battaglia legale della durata più lunga di una safety car.
Allora, caro Flavio, decidiamoci: la Ferrari perde colpi perché sta a Maranello o perché lascia andare i suoi cervelli migliori? Nel frattempo, lui si gode la passerella mediatica: da opinionista F1 a oracolo di ogni cosa, come se avesse ricevuto in eredità la verità assoluta insieme a un resort a Monte Carlo.
Tornando alle corse, l’ultimo GP del Giappone non ha regalato sorprese: Ferrari anonima, podio sfiorato ma lontano, e una McLaren che, per l’ennesima volta, si è incartata nel momento clou. Oggi Mercedes, Red Bull e Ferrari sembrano viaggiare sullo stesso binario. E con 21 GP ancora da disputare, tutto è possibile (anche che Briatore cambi idea).
Una cosa è certa: a Maranello non hanno certo mollato. Stanno cercando la chiave giusta per tornare in cima, magari evitando di trovarla troppo tardi. Nel prossimo weekend si torna in pista in Bahrain. E noi, intanto, pigiamo forte il piede sul gas. Sempre.


