Il “motorino di Cancellara” costa caro: squalifica e fino a 1’000’000 di franchi di multa
Memore delle polemiche legate ai casi di Spartacus, Martin ed Hesjedal, l’UCI ha dichiarato guerra ai propulsori nascosti dentro le biciclette
AIGLE - Non più solo Epo e tutte le altre pozioni in grado di spingere i ciclisti oltre i loro limiti, l’UCI ha deciso di cominciare seriamente a combattere anche i “motorini”.
Nel proprio regolamento, nella sezione riservata a “Disciplina e procedure”, l’Union Cycliste Internationale ha infatti introdotto il paragrafo “Frode tecnologica”, riservato proprio a quei corridori e a quei team che modificano le biciclette inserendo dei piccoli propulsori in grado di falsare le gare.
Le sanzioni previste per i bari sono pesantissime. I ciclisti pizzicati andrebbero incontro all'esclusione dall'ordine d'arrivo, alla squalifica per almeno 6 mesi e a una multa compresa dai 20’000 ai 200’000 franchi.
Le squadre dovrebbero invece pagare una cifra compresa tra 100’000 e 1’000’000 di franchi.
Il giro di vite attuato dall’UCI è arrivato, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”, dall’inizio di questa stagione. Memori delle “stranezze” legate alla prestazione di Cancellara tra Fiandre e Roubaix nel 2010, alla curiosa caduta di Daniel Martin nella Liegi-Bastogne-Liegi del 2014 e, in ultimo, nello “strambo” comportamento della bici di Hesjedal dopo una caduta del canadese all’ultima Vuelta, i dirigenti del ciclismo mondiale hanno scelto di volerci vedere chiaro. Così, per esempio, nell’ultima Sanremo, hanno dato mandato alle autorità italiane di cercare sistemi elettronici e meccanici sospetti. I controlli non hanno portato tuttavia a nulla. Questo perché i motorini, che sprigionano dai 30 ai 500 watt, pesano 200-300 grammi e hanno batterie che possono durare 4-5 ore, sono difficilmente rintracciabili.
Mascherati nei tubi o nei mozzi delle ruote sono complicati da trovare. “Se poi controllano solo i mezzi che arrivano al traguardo e non quelli che vengono utilizzati durante le gare, scovarli diventa praticamente impossibile”, ha confidato alla rosea una fonte anonima. “Sono molto utilizzati e, in teoria molto facili da trovare - si può leggere sulle righe del portale sportivo italiano - nel passaporto biologico di ogni atleta basterebbe inserire anche i dati di potenza alla soglia che emergono dai test. Questi, confrontati con i risultati ottenuti in gara, farebbero immediatamente smascherare i bari”. Prima che la burocrazia si muova però...



