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L'OSPITEDivieto del burqa: un’iniziativa inutile e contro la laicità dello stato

03.03.21 - 15:07
Nicolò Tartini, militante della Gioventù Comunista
Nicolò Tartini
Divieto del burqa: un’iniziativa inutile e contro la laicità dello stato
Nicolò Tartini, militante della Gioventù Comunista

Ad otto anni dal voto in Ticino, che sancì un sì alle urne, si sta avvicinando il voto sull’iniziativa “Si al divieto a dissimulare il proprio viso” a livello nazionale: il dibattito che fu nostro nel 2013 si sta ora riaccendendo.

Una delle argomentazioni portate dai partigiani del “Sì” è però estremamente controversa e ingiustificabile per uno stato che si professa laico e liberale: “nei paesi musulmani dobbiamo adeguarci alle loro regole, beh che loro facciano lo stesso da noi”. Questo tipo di risposta è però del tutto inadeguata: invece di agire per migliorare le condizioni delle donne in questi paesi (con molti dei quali, come l’Arabia Saudita, continuiamo ad intrattenere intense relazioni commerciali senza alcun problema di sorta!), si è scelto di rispondere tramite la riduttiva visione “dell’occhio per occhio”.

La Svizzera dovrebbe invece, in quanto stato laico, mostrare apertura e sensibilizzare le persone sui loro diritti, senza obbligare tutta la popolazione ad osservare un determinato comportamento, solo per un numero irrisorio di persone che pratica questo modo di abbigliamento (le stime parlano di 25/30 persone in tutta la Svizzera).  Di fatto questa legge non solo discrimina tutti coloro che osservano tradizioni diverse dalle nostre, ma è anche inutile poiché di fatto non si protegge nessuno: come si è visto in Ticino, il numero di infrazioni registrate dopo l’introduzione del divieto di dissimulazione del viso è del tutto irrisorio. Inoltre integrare nella costituzione un articolo di legge rivolto verso una minoranza religiosa specifica sarebbe una pura provocazione alla laicità intrinseca del nostro paese.

È inoltre deplorevole l’utilizzo di quella propaganda spicciola e anti islamica che fa solo appello alla paura della gente, e che volge a stigmatizzare un’intera religione per gli estremismi di pochi. L’uso della paura nella politica, benché molto diffuso, è cosa deleteria per la democrazia, poiché svuota il dibattito politico della sua razionalità e spinge i cittadini a votare “di pancia” senza chinarsi sulla realtà concreta del nostro Paese.

Infine, secondo gli iniziativisti il nuovo articolo costituzionale consentirebbe di garantire maggiore sicurezza, arginando il fenomeno delle manifestazioni violente e consentendo la riconoscibilità dei partecipanti più problematici per l’ordine pubblico. Pensare di impedire ai black blocks di coprirsi il volto è però semplicemente assurdo, per il semplice fatto che tali gruppi sono soliti commettere reati di natura ben più grave a quello di dissimulazione del volto.

Invito dunque calorosamente alla popolazione a non cadere nel tranello di chi vuole sbarazzarsi di una società, laica, multiculturale, aperta al dibattito e all’integrazione, e di votare NO a questa iniziativa che non fa altro che privarci di libertà senza garantire maggiore sicurezza né una riduzione dell’estremismo religioso.

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