Dazi, colloqui in Svizzera «chiesti da Washington»

Pechino avvisa: «Qualsiasi forma di pressione o di coercizione non funzionerà»
Pechino avvisa: «Qualsiasi forma di pressione o di coercizione non funzionerà»
WASHINGTON / BERNA - I primi colloqui ufficiali sul commercio tra il vicepremier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, annunciati nella notte e in programma in Svizzera nei prossimi giorni, sono stati organizzati «su richiesta degli Stati Uniti».
Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Lin Jian ha detto che Washington ha di recente «espresso la disponibilità a negoziare», sottolineando che «l'opposizione della Cina all'imposizione arbitraria di dazi resta invariata. Abbiamo affermato in numerose occasioni che la Cina è aperta al dialogo, a patto che sia basato su uguaglianza e rispetto reciproco».
«Qualsiasi forma di pressione o di coercizione non funzionerà con la Cina», ha ribadito Lin che, in merito a una domanda sulle recenti affermazioni Usa secondo cui Pechino non sarebbe in grado di sopportare la pressione di dazi elevati, ha replicato che «nessuno shock esterno può modificare i fondamentali dell'economia cinese, che vanta solide basi, numerosi vantaggi, una forte resilienza e un grande potenziale», né incidere sullo slancio dei progressi del Dragone «nello sviluppo di alta qualità».
Pechino «ha una forte capacità di resistere alle pressioni e ha misure sufficienti per salvaguardare i propri diritti e interessi legittimi», ha proseguito il portavoce nel briefing quotidiano. La Cina è inoltre disposta «a unirsi e coordinarsi con la comunità internazionale per resistere in modo congiunto all'unilateralismo, al protezionismo e alle pressioni economiche»: lo scopo è mantenere «il sistema commerciale multilaterale e difendere l'equità e la giustizia internazionale».





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