Cerca e trova immobili
STATI UNITI

Kennedy fa marcia indietro sul paracetamolo: «Non è certo che causi autismo»

Il ministro della Salute statunitense: «Il nostro messaggio ai pazienti è di consultare il proprio medico».
IMAGO
Fonte Ats ans
Kennedy fa marcia indietro sul paracetamolo: «Non è certo che causi autismo»
Il ministro della Salute statunitense: «Il nostro messaggio ai pazienti è di consultare il proprio medico».

WASHINGTON - A poco più di un mese dalle dichiarazioni di Donald Trump sul legame tra l'assunzione di paracetamolo in gravidanza e insorgenza di autismo nel nascituro, Robert Kennedy Jr ha fatto un passo indietro, confermando che non c'è certezza del rapporto causa effetto.

«Abbiamo detto dall'inizio che l'associazione causale tra il Tylenol dato in gravidanza e nel periodo prenatale non è sufficiente per dire con certezza che causa l'autismo», ha detto in conferenza stampa il segretario alla Salute americano. «Tuttavia lo suggerisce. E lo suggerisce in studi su animali, su sangue cordonale, in studi osservazionali in diversi Paesi. Perciò ci deve essere un approccio cauto», ha aggiunto.

Per questa ragione, ha proseguito Kennedy, «il nostro messaggio ai pazienti, alle madri, alle persone che sono incinte, alle madri di bambini piccoli è di consultare il proprio medico. E abbiamo chiesto ai medici di ridurre l'uso ai casi in cui è assolutamente necessario», ha concluso.

La dichiarazione arriva 24 ore dopo che il procuratore generale del Texas ha citato in giudizio le aziende produttrici del farmaco (Johnson & Johnson e Kenvue) «per aver commercializzato ingannevolmente Tylenol alle madri incinte nonostante sapesse che l'esposizione precoce al paracetamolo - l'unico ingrediente attivo del Tylenol - porta a un rischio significativamente maggiore di autismo e altri disturbi».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE