Colpito il carcere di Evin, detenuti tentano la fuga


Esplosioni mirate nel carcere di Evin durante un raid israeliano, nel tentativo di liberare i dissidenti nel quadro di una eventuale protesta. Detenuti tentano la fuga, rinforzi speciali circondano la prigione.
Esplosioni mirate nel carcere di Evin durante un raid israeliano, nel tentativo di liberare i dissidenti nel quadro di una eventuale protesta. Detenuti tentano la fuga, rinforzi speciali circondano la prigione.
TEHERAN - Avrebbe innescato un tentativo di fuga da due settori del carcere il bombardamento "simbolico" annunciato oggi da Israele sull'area di Evin, centro di detenzione iraniano in cui sono reclusi diversi oppositori. Lo riporta Iran International, canale legato ad alcuni ambienti del dissenso in esilio con base a Londra, che afferma di aver raccolto in particolare informazioni dal fratello di uno dei detenuti: il giornalista dissidente Reza Valizadeh.
UPDATE 🔴🔴
— Open Source Intel (@Osint613) June 23, 2025
Israeli Defense Minister Israel Katz confirmed the strikes hit the entrance of Evin Prison, in Tehran known for holding political prisoners. https://t.co/QH4uDdIQMK pic.twitter.com/E32zpgU7kJ
Secondo il racconto dello stesso Valizadeh, che pare sia stato in grado di contattare la famiglia, le esplosioni sono state così potenti da far tremare le mura della prigione, oltre a "sfondare il tetto della palestra". Avrebbero inoltre "danneggiato gli ingressi dei settori 7 e 8", da dove alcuni prigionieri hanno poi tentato di uscire dopo aver spento le fiamme per poter passare.
Il fratello del detenuto riporta tuttavia che l'area sarebbe stata nel frattempo "circondata" da rinforzi delle forze speciali iraniane, mentre si sente ancora il rombo dei jet israeliani sulla zona e non si escludono nuovi raid.
Altri parenti di reclusi, citati sempre da "fonti locali" riprese da Iran International, riferiscono da parte loro di aver tentato di avvicinarsi al carcere. Il sito dell'opposizione aggiunge comunque di non avere notizie di feriti fra i prigionieri.
La vita delle detenute in pericolo - In seguito all'attacco aereo israeliano che ha colpito anche la prigione di Evin, alcune detenute sarebbero rimaste ferite.
Lo scrive su X 'Lettres de Teheran' secondo cui parte del muro e del soffitto della sezione femminile del carcere sarebbe crollata. "L'età media delle prigioniere politiche recluse a Evin - aggiunge l'organizzazione - è di 56 anni. Le loro vite sono in pericolo".
Colpita per liberare i dissidenti - Una fonte israeliana che ha mantenuto l'anonimato per ragioni di sicurezza ha spiegato all'agenzia di stampa italiana Ansa che l'attacco dei caccia dell'Aeronautica militare israeliana (Iaf) ai cancelli della prigione di Evin a Teheran rientra nel tentativo di liberare i dissidenti nel quadro di una eventuale protesta interna mirata a far cadere l'attuale governo in Iran.
L'obiettivo è anche quello di indurre gli ayatollah ad accettare di porre fine alla guerra e trattare sul nucleare. Si prevede che in giornata e nella notte i caccia israeliani intensificheranno gli attacchi contro l'Iran per raggiungere più velocemente risultati militari importanti e di conseguenza politici.
«Abbiamo attaccato oggi i simboli del regime» - Il ministro della Difesa Israel Katz afferma in una dichiarazione che gli attacchi ai "simboli del regime" sono una risposta a "ogni colpo al fronte interno israeliano" e avverte che "il dittatore iraniano sarà punito e gli attacchi continueranno con tutta la loro forza".
Oggi, secondo i media, sono stati colpiti da Israele il sito di Fordow, attaccato dagli Usa, il carcere di Evin e di nuovo la tv pubblica iraniana.