«Siamo agli ultimi 100 metri. La Russia non vincerà la guerra»

L'inviato speciale americano fa il punto sui negoziati: «Con Zelensky ci siamo quasi, adesso tocca a Putin. Nessuno trionferà con le armi».
WASHINGTON - L'inviato speciale degli Stati Uniti per l'Ucraina, Keith Kellogg, su Fox News, in un'intervista che sta rimbalzando ora su vari media, sostiene che il suo paese e l'Ucraina sono in una buona posizione per quanto riguarda i negoziati di pace. Ha specificato che gli europei sarebbero ora pronti ad aumentare anche il sostegno a Zelensky. Ha poi lanciato un messaggio a Putin, sottolineando che i russi non stanno avanzando e che la guerra non sarà vinta militarmente ma attraverso la diplomazia.
«Durante i recenti colloqui a Londra, le delegazioni americana e ucraina hanno concordato un elenco di 22 azioni molto specifiche che potrebbero costituire la base per ulteriori accordi sulla risoluzione della guerra», ha detto. «Crediano di essere in una posizione molto buona Non è piaciuta a tutti, ma a nessuno piacerà mai completamente la proposta finale che si presenterà. È normale quando si negozia. Ma credo che siamo in una posizione piuttosto favorevole con loro».
Non è però finita: «Abbiamo una parte. Ora dobbiamo affrontare l'altra parte, quella di Putin. E penso che ci siamo vicini. Questi sono gli ultimi 100 metri verso il traguardo, i più difficili», ha aggiunto. «La Russia non vincerà questa guerra. Non ha fatto progressi significativi nell'ultimo anno e mezzo. Non hanno preso la città di Kiev, la capitale. Hanno perso centinaia di migliaia di soldati e non si sono mossi dalla loro posizione. Si stanno muovendo di metri, non di chilometri», ha proseguito.
Kellogg ha inoltre sottolineato il crescente sostegno dei partner europei. «Sono davvero pronti ora ad aumentare, se necessario, il supporto all'Ucraina. Siamo dunque in una situazione di stallo. Nessuno vincerà questa guerra militarmente. Si farà attraverso la diplomazia. E penso che gli ucraini lo capiscano abbastanza bene dalla scorsa settimana, e penso che anche i russi dovrebbero capirlo».