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GUERRA COMMERCIALE

La strategia dei controdazi europea

Sarà articolata in tre fasi, la prima dei quali prevista per il 15 aprile
Depositphotos (artjazz)
Fonte ATS
La strategia dei controdazi europea
Sarà articolata in tre fasi, la prima dei quali prevista per il 15 aprile

BRUXELLES - I controdazi dell'Ue per rispondere all'offensiva commerciale di Donald Trump scatteranno in tre fasi: il 15 aprile, il 16 maggio e il primo dicembre. È quanto si legge nella bozza del documento - visionato dall'ANSA - che sarà al voto domani dai Paesi membri in sede di comitato tecnico in seno alla Commissione europea (in gergo, comitatologia). A seguito del voto dei Ventisette, Bruxelles notificherà entro il 15 aprile la decisione al Consiglio per gli scambi di merci dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

Si parte il 15 aprile. Poi, per trattare con Donald Trump da una posizione di forza, l'arsenale continentale è pronto fino a dicembre. Bruxelles ha nella fondina una lunga lista di controdazi tagliata su misura per colpire l'economia - e la politica statunitense - dove fa più male, dalle highway agli scaffali dei grandi supermercati. Il valore della controffensiva si aggira intorno ai 21 miliardi di euro, meno dei 26 previsti inizialmente per pareggiare i conti con Washington. Fuori dalla linea di fuoco bourbon, vino, superalcolici e latticini, risparmiati sulla spinta diplomatica di Italia, Francia e Irlanda.

Allo scoccare della metà del mese scatta il revival delle ritorsioni anti-tycoon: l'Ue rispolvererà il vecchio arsenale messo in standby dopo la prima guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il grande assente è il celebre whisky del Kentucky. Saranno invece colpite le iconiche Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 cc), le auto, gli yacht di lusso a stelle e strisce, i Levi's, le t-shirt di cotone. Un affondo che spazierà dai mirtilli rossi al burro di arachidi, dal succo d'arancia al riso e il mais dolce, per arrivare a tabacco da masticare, sigari e sigarette. Sotto torchio anche l'universo del benessere e della salute (oli essenziali, lacche per capelli, dischetti struccanti, camici ospedalieri), la casa e il guardaroba (asciugamani, tovaglioli, materiali d'arredo, ceramica). Non mancano carte pesanti come le lavastoviglie e le stufe. E poi una prima ondata di prodotti dell'acciaio e dell'alluminio, da sempre nervi scoperti nei rapporti transatlantici. Il mix colpisce anche la tecnologia con joystick, pile e batterie

Dopo la prima rappresaglia partirà il conto alla rovescia: un mese per trattare. Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, ci saranno nuove ritorsioni. Stavolta a finire nel mirino saranno industria e agroalimentare. Il cuore pulsante dell'America repubblicana finirà sotto tiro con il manzo e il pollame di Nebraska e Kansas, così come i prodotti in legno, vera spina dorsale di Georgia, Virginia e Alabama. Colpiti anche forni, congelatori, asciugatrici e tosaerba. Sulla lista nera Ue spiccano poi le derrate di zucchero e miele, seguite da cioccolata, caramelle, uova, frutta, verdure. Nessuna pietà nemmeno per i fondamentali da dispensa: caffè, tè, spezie, cereali, farine, oli, pasta, pane e biscotti. Nel fuoco incrociato finiscono anche le salse simbolo del fast food a stelle e strisce: ketchup, maionese e mostarda vengono prese di mira insieme alle bibite e agli energy drink più iconici d'America. E non si salva neppure il tacchino del Thanksgiving, seppur fiore all'occhiello del democratico Minnesota. Tra i bersagli poi i prodotti del tabacco - anche quelli da inalazione riscaldata - e la moda con guardaroba completo, dalle giacche ai tailleur, fino alle più celebri sneakers. Un elenco dove trovano posto anche shampoo, trucchi, dentifrici, saponi, detergenti e perfino rubini, zaffiri e smeraldi. Senza tuttavia compromettere i settori su cui l'Europa non vuole un effetto boomerang: fuori dalla raffica restano i latticini - latte, burro, yogurt e formaggi - per non danneggiare eccellenze come parmigiano, mozzarella e formaggi francesi in una possibile escalation; nonché il molibdeno, pilastro della siderurgia italiana.

L'ultimo colpo è atteso al volgere dell'anno. Mandorle e soia della Louisiana, feudo elettorale dello speaker repubblicano Mike Johnson, saranno le ultime a cadere. Una strategia per non danneggiare il raccolto europeo, dare tempo agli agricoltori del continente di trovare alternative e lasciare aperto un ulteriore spiraglio al dialogo con Washington.

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