È di 242 morti il nuovo bilancio dell'esplosione nel porto di Beirut

Due donne gravemente ferite il 4 agosto 2020 hanno perso la vita
Due donne gravemente ferite il 4 agosto 2020 hanno perso la vita
BEIRUT - Con la morte di altre due donne, gravemente ferite nella devastante esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020, sale a 242 il numero di uccisi nella più potente deflagrazione non nucleare della storia e che ha devastato un terzo della capitale libanese.
Secondo l'agenzia libanese Nna, Rita Hardini e Julia Audi, rispettivamente di 20 e 46 anni, sono morte dopo una lunga sofferenza in ospedale. E si aggiungono alle 236 vittime finora identificate, facendo salire a 238 il numero dei morti a cui è stato possibile dare un nome e un cognome. Rimangono non identificati quattro corpi, di tre donne e un uomo.
Inchiesta bloccata - L'inchiesta libanese sull'esplosione di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio, per anni custodite nel porto, al centro della capitale libanese, è di fatto bloccata dalle misure giudiziarie messe in atto dall'oligarchia politica al potere in Libano. Il giudice Tareq Bitar, incaricato delle indagini, è stato bloccato di fatto nel suo lavoro da una lunga serie di tentativi di ricusazione presentati dagli avvocati di alcuni ex ministri e deputati.
Questi sono stati accusati formalmente, assieme ai vertici di sicurezza e istituzionali, di essere stati al corrente della presenza del materiale altamente esplosivo nell'hangar numero 12 del porto di Beirut, e di aver permesso che il nitrato di ammonio potesse rimanere incustodito in quella sede, a pochi passi dal centro abitato.
Nell'esplosione del 4 agosto del 2020, oltre ai 242 uccisi ci sono stati più di 6500 feriti, molti dei quali menomati a vita, mentre 330 mila persone hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro case.





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