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Scattano i dazi cinesi sui prodotti USA

Cresce il timore di una recessione a stelle e strisce targata Donald Trump.
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Fonte ATS
Scattano i dazi cinesi sui prodotti USA
Cresce il timore di una recessione a stelle e strisce targata Donald Trump.
PECHINO/WASHINGTON - Scattano i dazi cinesi contro alcuni prodotti agricoli e alimentari americani. E il timore di una recessione a stelle e strisce targata Donald Trump aumenta. Il presidente americano rifiuta di escluderla per il 2025: "detesto pre...

PECHINO/WASHINGTON - Scattano i dazi cinesi contro alcuni prodotti agricoli e alimentari americani. E il timore di una recessione a stelle e strisce targata Donald Trump aumenta. Il presidente americano rifiuta di escluderla per il 2025: "detesto prevedere queste cose", ha detto evasivo ai microfoni di Fox, invitando gli americani ad avere pazienza.

«Ci vuole un po' di tempo. C'è un periodo di transizione perché quello che stiamo facendo è molto grande: stiamo riportando ricchezza all'America», ha spiegato Trump cercando di rassicurare gli investitori, innervositi da un'inflazione ostinata e soprattutto dalla scarsa chiarezza sui dazi.

Negli ultimi giorni infatti la Casa Bianca ha cambiato più volte posizione sulle tariffe a Canada e Messico alimentando quell'incertezza che i mercati finanziari odiano. Di fronte a questa Wall Street ha archiviato una settimana nera, la peggiore da settembre per lo S&P 500.

«Non ci sarà alcune recessione in America», ha detto il ministro al commercio Howard Lutnick cercando di spazzare via il campo dei dubbi. Ma difficilmente le sue parole calmeranno gli investitori: con l'entrata in vigore dei dazi cinesi, la guerra commerciale entra nel vivo anche se è solo agli inizi, considerato che Trump è alla Casa Bianca da solo una cinquantina di giorni.

I recenti indicatori non lasciano adito a dubbi su un indebolimento dell'economia statunitense: l'indice della Federal Reserve di Atlanta ha segnalato una contrazione del PIL del 2,4% nel primo trimestre, un risultato che sarebbe il peggiore dalla pandemia. L'attenzione è ora sulla scadenza del 2 aprile, quando entreranno in vigore i dazi reciproci, quelli con cui Trump colpirà tutti i paesi. "Faremo pagare quello che loro ci tassano", ha ripetuto come un mantra nelle ultime settimane. A complicare il quadro sono i tagli del Dipartimento per l'efficienza del governo di Elon Musk, che rischiano di indebolire ulteriormente una ripresa già lenta.

In questo contesto di nervosismo, la Cina fa scattare la sua ritorsione contro Trump, che ha aumentato del 20% i dazi su tutto il made in China accusando Pechino di non fare abbastanza per fermare il flusso del fentanyl. Mantenendo la promessa di non piegarsi al presidente americano e di combattere, Pechino lascia entrare in vigore tariffe del 15% su pollo, grano, mais e cotone americani e un'ulteriore imposta del 10% su soia, sorgo, grano, maiale, manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e latticini importati dagli Stati Uniti.

Una stretta alla quale Trump finora non ha replicato e sulla quale forse potrebbe far leva per spingere su una conversazione telefonica con il presidente cinese Xi Jinping, con il quale ancora non si è intrattenuto.

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