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STATI UNITIHai il coronavirus? Un'app ti ascolta e te lo dice

02.04.20 - 06:00
Lo strumento è stato realizzato da un gruppo ricercatori della Carnegie Mellon University
Depositphotos (archivio)
Hai il coronavirus? Un'app ti ascolta e te lo dice
Lo strumento è stato realizzato da un gruppo ricercatori della Carnegie Mellon University
L'app è nelle sue fasi iniziali di sperimentazione. I suoi creatori sono fiduciosi che possa in futuro aiutare a tracciare la diffusione del virus.

PITTSBURGH - Fammi sentire la tua voce e ti dirò se hai il coronavirus. Può essere descritto con queste parole - in modo forse un po' grossolano - il funzionamento di un app a cui stanno lavorando alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh.

Lo sviluppo di questo nuovo strumento è ancora nelle sue fasi iniziali, ma a detta dei suoi ideatori - qualora si confermasse sufficientemente affidabile - potrebbe dare un importante contributo nel velocizzare le diagnosi di Covid-19. «C'è una forte competizione per fornire i risultati nel modo più veloce ed economico possibile. Ci sono diverse alternative, alcune piuttosto accurate. Ma nessuna di queste sarà mai conveniente e accessibile quanto parlare al telefono», ha spiegato Benjamin Striner, uno dei dottorandi che ha lavorato al progetto, al portale Futurism.

Come funziona? - Il "COVID Voice Detector" analizza la voce cercando segnali dell'infezione, sfruttando un particolare algoritmo. Agli utenti viene chiesto di tossire diverse volte e di recitare l'alfabeto. «La tosse di un paziente Covid è molto particolare. La malattia colpisce duramente i polmoni, alterando gli schemi respiratori e diversi altri parametri vitali. Ed è verosimile che questo si rifletta fortemente nella voce», ha spiegato la professoressa Rita Sing, una delle responsabili del progetto.

Non sostituisce il tampone - Si tratta ovviamente di uno strumento ancora in fase sperimentale e che non può sostituire il noto test del tampone. Non ha ricevuto (per il momento) alcuna approvazione né dalla Food and Drug Administration (FDA) né dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

Non si tratta quindi di uno strumento diagnostico medico e difficilmente potrà mai raggiungere i livelli di accuratezza di un test in laboratorio. I suoi creatori però si dicono fiduciosi nella sua capacità di tracciare la diffusione del virus. E contano di poterne migliorare l'accuratezza mano a mano che saranno raccolti nuovi dati. «L'obiettivo è raccogliere il maggior numero di campioni, così da affinare l'algoritmo trasformandolo in qualcosa in cui noi, e la comunità medica, possa riporre fiducia».

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