40 anni fa la crisi degli ostaggi all'ambasciata americana in Iran: raduni a Teheran

Durò 444 giorni e scatenò la reazione della comunità internazionale. È rievocata in "Argo" di Ben Affleck
Durò 444 giorni e scatenò la reazione della comunità internazionale. È rievocata in "Argo" di Ben Affleck
TEHERAN - Autorità e studenti fondamentalisti iraniani stanno celebrando con raduni e cerimonie in tutto il Paese il 40° anniversario dell'assalto all'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran da cui ebbe inizio il sequestro di 52 dipendenti della sede diplomatica protrattosi poi per 444 giorni, dal 4 novembre 1979 al 20 gennaio 1981, scatenando la reazione della comunità internazionale.
A Teheran, i manifestanti si sono radunati davanti all'ex ambasciata degli Stati Uniti, che definiscono negli slogan la «tana delle spie», per esprimere opposizione alle politiche degli Stati Uniti e alle pressioni e alle sanzioni imposte da quel Paese all'Iran dopo il suo ritiro dall'accordo nucleare, nella maggiore escalation di tensione tra i due eterni nemici da molti anni a questa parte.
Il comandante delle Guardie rivoluzionarie, Hossein Salami, terrà un discorso a un raduno di fronte all'ex edificio dell'ambasciata, sulle cui pareti sono apparsi nuovi disegni e slogan contro gli Stati Uniti.
Di recente, l'episodio della crisi degli ostaggi è stato rievocato dal film di Ben Affleck "Argo", del 2012, che narra le vicende di sei funzionari sfuggiti alla cattura.
«La presa dell'ambasciata ha distrutto l'immagine della grandezza americana» - L'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran 40 anni fa «fu uno dei più grandi movimenti nella storia delle rivoluzioni mondiali» e segnò la distruzione «dell'immagine di grandezza degli imperialisti e degli Stati Uniti».
Lo ha detto il comandante dell'esercito iraniano, il generale Seyyed Abdolrahim Mousavi, in un discorso durante le manifestazioni di piazza in occasione del 40/o anniversario dell'assalto alla sede diplomatica, che scatenò la crisi degli ostaggi.
«Inginocchiarsi ai nemici e obbedire non porterà mai nulla alla nazione iraniana e alla Rivoluzione islamica», ha aggiunto il generale, citato dall'agenzia Mehr.
Bruciate bandiere degli Stati Uniti e di Israele - Al grido di "Abbasso gli Stati Uniti" e "Abbasso Israele", manifestanti iraniani hanno dato fuoco stamani alle bandiere dei due Paesi nel raduno per il 40° anniversario dell'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran, che diede inizio alla crisi degli ostaggi.
Tra gli attivisti riuniti di fronte all'ex sede diplomatica, oggi parzialmente convertita in un museo, alcuni si sono travestiti da «nemici» della Repubblica islamica, impersonando anche il presidente Usa Donald Trump, legato come un prigioniero.
«L'Iran considera gli Stati Uniti come il nemico numero uno dell'umanità e sottolinea la resistenza ai complotti satanici degli Stati Uniti corrotti e dei loro alleati», recita un comunicato diffuso dai dimostranti.
Nel testo, i fondamentalisti respingono ogni trattativa con Washington e denunciano «la malvagità» di Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita, accusandoli di aver fomentato le proteste in Libano e Iraq per dividere «l'asse della resistenza».









Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!