Dalai Lama: «In Cina ci vuole una nuova rivoluzione culturale»
NEW DELHI - In visita nello Stato indiano di Arunachal Pradesh, al confine con la Cina, il Dalai Lama ha affermato oggi che "nel mondo le cose cambiano rapidamente" e quindi anche i sistemi politici, come quello cinese, "dovrebbero cambiare.
Rivolgendosi a decine di migliaia di persone a Tawang, secondo luogo per importanza del buddhismo tibetano, la guida spirituale dei tibetani in esilio ha sostenuto che "oggi come oggi i cinesi hanno cominciato a criticare apertamente il loro governo nei caffè e sugli autobus. E le autorità non possono imporre alla gente ancora a lungo quello che deve pensare. E quindi dovrebbero permettere che vi siano cambiamenti".
Io, ha sottolineato, "ammiro il sistema egualitario marxista, ma sono fortemente contrario al leninismo". Il sistema totalitario e le chiusure che comporta, ha ancora detto, "stanno facendo molti danni in Cina".
Per questo, ha concluso, "penso che la Cina abbia bisogno ora di un altro movimento culturale sotto il partito comunista. L'ultimo che c'è stato fu violento, e non ha fatto cose buone. Per cui questo nuovo movimento dovrebbe essere più umano".




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