REGIO INSUBRIA: Stage in montagna: dieci morti in una raffica di incidenti sulle montagne lecchesi e bergamasche

LECCO.

Con una incredibile sequenza, ben cinque persone sono morte ed un’altra è rimasta ferita nella sola mattinata di oggi in una raffica di incidenti avvenuti sulle montagne di Lecco. Tre delle vittime sono lecchesi e due milanesi. Il primo allarme è scattato alle 10.43 sul Grignone (Grigna Settentrionale) dove sono precipitate in zona Comolli due persone, entrambe decedute praticamente sul colpo. A perdere la vita sono stati Luigi Rigamonti 60enne di Oggiono e Pietro Ticozzelli, 57enne di Pasturo (Valsassina).Alle 10.56 il secondo incidente mortale, questa volta sul Resegone: in questo caso è morta Roberta Comi, 23 anni di Triuggio (Milano), che, mentre stava percorrendo un sentiero del Canalone Bobbio, è scivolata nella Val Caldera compiendo un volo di oltre 300 metri sul versante che da sull’abitato di Morterone. La ragazza stava compiendo una escursione con altri tre amici.Alle 11.13 altro incidente sul Grignone, e più precisamente nel canalone Nevaio dove ha perso la vita un ragazzo di Lecco: Ivan Palma, 28 anni, morto durante il trasporto in ospedale per le gravissime ferite riportate cadendo in un crepaccio. Durante le operazioni di recupero del ragazzo gli uomini del Soccorso Alpino hanno rinvenuto in fondo allo stesso crepaccio il corpo privo di vita di un altro escursionista: Gabriele Bellotti, 41 anni di Meda.Altro intervento, e ancora una volta sul Grignone, questa volta nella zona della cresta di Pianformia alle 12.02 dove, in questo caso, un ragazza milanese ha riportato la frattura della caviglia destra, di una gamba e parecchie contusioni: è ora ricoverata all’ospedale di Lecco.Una incredibile sequenza di morte, dunque, accompagnata da un’altra raffica di incidente anche sul fronte Bergamasco della Val Brembana dove sono morti altri cinque escursionisti, tutti residenti in provincia di Bergamo. Oggi, approfittando della bella giornata, in molti hanno preso d’assalto le montagne per una escursione in vetta e, secondo quanto riferiscono gli esperti del Soccorso Alpino di Lecco, per tutta la giornata impegnato con decine di uomini e mezzi, a tradire gli escursionisti sarebbe stato il repentino passaggio, nell’arco di sole ventiquattrore, da un clima primaverile a quello tipicamente invernale con formazione di ghiaccio sulla coltre di neve già esistente. Alcuni degli escursionisti morti erano anche ben equipaggiati, con ramponi e racchette ma sono stati comunque traditi da percorsi impegnativi.