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Iraq: torture; Sabrina Harman riconosciuta colpevole

Iraq: torture; Sabrina Harman riconosciuta colpevole
WASHINGTON - La soldatessa Sabrina Harman, una delle "aguzzine" del carcere di Abu Ghraib, è stata riconosciuta colpevole di sei dei sette capi d'imputazione ascrittile dalla giuria della Corte Marziale di Fort Hood in Texas, che s'è pronuncia...

WASHINGTON - La soldatessa Sabrina Harman, una delle "aguzzine" del carcere di Abu Ghraib, è stata riconosciuta colpevole di sei dei sette capi d'imputazione ascrittile dalla giuria della Corte Marziale di Fort Hood in Texas, che s'è pronunciata in brevissimo tempo. La pena sarà decisa in un'udienza speciale. La Harman rischia, adesso, una condanna massima a cinque anni e mezzo.

Giovedì, all'apertura del processo, Sabrina, 27 anni, si era detta non colpevole delle accuse di maltrattamenti e umiliazioni a prigionieri di guerra detenuti nel carcere nei pressi di Baghdad. Lunedì, alcuni testi citati dai suoi legali hanno riferito che la soldatessa non condivideva il trattamento inferto ai detenuti e ne provava repulsione. Il comandante dell'unità di Sabrina ha anche confermato l'assenza di consegne scritte su come trattare i prigionieri.

La Harman rischiava fino a sei anni e mezzo di prigione se riconosciuta colpevole di tutti i capi di accusa che includono quello di aver applicato elettrodi a un detenuto iracheno costringendolo a salire in piedi su una scatola in una posa da Cristo in croce. La foto del prigioniero è di quelle che fecero il giro del mondo l'anno scorso, quando, in aprile, scoppiò lo scandalo di Abu Ghraib. Un'altra immagine che ha Sabrina come protagonista è la piramide di prigionieri nudi.

Il soldato che scattò la foto, Ivan Frederick, che ha già patteggiato, dichiarandosi colpevole di reati ascrittigli, era stato chiamato a testimoniare dall'accusa, venerdì, e aveva riferito di non avere mai visto la Harman maltrattare detenuti.

Un altro soldato aveva invece riferito d'avere visto Sabrina umiliare sessualmente alcuni prigionieri, che erano sospettati d'avere violentato un ragazzo pure detenuto.

Il caso della Harman, nella vita civile una pizzaiola di Lorton, nella Virginia, è uno degli ultimi collegati agli abusi d'Abu Ghraib a finire davanti ai magistrati militari.

ATS

WASHINGTON - La soldatessa Sabrina Harman, una delle "aguzzine" del carcere di Abu Ghraib, è stata riconosciuta colpevole di sei dei sette capi d'imputazione ascrittile dalla giuria della Corte Marziale di Fort Hood in Texas, che s'è pronunciata in brevissimo tempo. La pena sarà decisa in un'udienza speciale. La Harman rischia, adesso, una condanna massima a cinque anni e mezzo.

Giovedì, all'apertura del processo, Sabrina, 27 anni, si era detta non colpevole delle accuse di maltrattamenti e umiliazioni a prigionieri di guerra detenuti nel carcere nei pressi di Baghdad. Lunedì, alcuni testi citati dai suoi legali hanno riferito che la soldatessa non condivideva il trattamento inferto ai detenuti e ne provava repulsione. Il comandante dell'unità di Sabrina ha anche confermato l'assenza di consegne scritte su come trattare i prigionieri.

La Harman rischiava fino a sei anni e mezzo di prigione se riconosciuta colpevole di tutti i capi di accusa che includono quello di aver applicato elettrodi a un detenuto iracheno costringendolo a salire in piedi su una scatola in una posa da Cristo in croce. La foto del prigioniero è di quelle che fecero il giro del mondo l'anno scorso, quando, in aprile, scoppiò lo scandalo di Abu Ghraib. Un'altra immagine che ha Sabrina come protagonista è la piramide di prigionieri nudi.

Il soldato che scattò la foto, Ivan Frederick, che ha già patteggiato, dichiarandosi colpevole di reati ascrittigli, era stato chiamato a testimoniare dall'accusa, venerdì, e aveva riferito di non avere mai visto la Harman maltrattare detenuti.

Un altro soldato aveva invece riferito d'avere visto Sabrina umiliare sessualmente alcuni prigionieri, che erano sospettati d'avere violentato un ragazzo pure detenuto.

Il caso della Harman, nella vita civile una pizzaiola di Lorton, nella Virginia, è uno degli ultimi collegati agli abusi d'Abu Ghraib a finire davanti ai magistrati militari.

ATS
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