«Ricchi sulla carta»

Interrogazione del gruppo leghista sull'aumento del 15% delle stime immobiliari: «Paradosso evidente e inaccettabile».
Interrogazione del gruppo leghista sull'aumento del 15% delle stime immobiliari: «Paradosso evidente e inaccettabile».
BELLINZONA - Una misura «presentata come un adeguamento tecnico necessario», ma che «in realtà produce effetti fiscali e sociali rilevanti, che vanno ben oltre il semplice aggiornamento dei valori catastali».
A scriverlo, in un'interrogazione rivolta al Governo, è il granconsigliere Daniele Caverzasio a nome di tutto il gruppo leghista. Il riferimento è all'aumento dei valori di stima immobiliari del 15% contenuto nel preventivo approvato martedì dal Parlamento. «La stima immobiliare non è un dato neutro - si legge nel documento - essa incide direttamente sul patrimonio imponibile, sul reddito determinante e, di conseguenza, sull’accesso ad aiuti sociali fondamentali, in particolare ai sussidi per i premi dell’assicurazione malattia (RIPAM)».
Per i leghisti «l’incremento non genera alcun reddito reale, non porta liquidità alle famiglie, non migliora salari o rendite. Ciononostante, sul piano fiscale e sociale, migliaia di cittadini ticinesi risulteranno improvvisamente più “ricchi” solo sulla carta, con possibili conseguenze concrete sull’accesso alle prestazioni sociali. A essere colpiti non sono i grandi patrimoni o gli speculatori immobiliari, bensì gli anziani che vivono nella loro casa da una vita, i pensionati con rendite modeste, le famiglie del ceto medio, le persone sole che hanno sempre lavorato e pagato le imposte in Ticino».
In particolare, l’aumento della stima dell’abitazione primaria comporta, secondo i leghisti «un incremento della sostanza fiscale, un aumento del reddito determinante utilizzato nei calcoli sociali, il superamento di soglie che portano alla riduzione o alla perdita di sussidi. Il risultato è un paradosso evidente e inaccettabile: chi non è diventato più ricco nella vita reale viene trattato come se lo fosse, perdendo aiuti proprio mentre il costo della vita, in particolare i premi di cassa malati, continua ad aumentare».
Il rischio paventato è «di ridurre la socialità senza dichiararlo apertamente, scaricando il peso del risanamento finanziario su chi ha una casa di proprietà ma poca liquidità. La casa, che dovrebbe essere una sicurezza, viene così trasformata in una penalizzazione».
Le domande al Consiglio di Stato
1 Il Consiglio di Stato riconosce sì o no che un aumento del 15% delle stime immobiliari, che non genera alcun reddito reale, rischia di tradursi in una riduzione concreta dell’accesso agli aiuti sociali, in particolare ai sussidi per i premi di cassa malati (RIPAM)?
2. Quante persone o nuclei familiari residenti in Ticino hanno perso o visto ridursi, a seguito dell’ultima revisione, il diritto ai sussidi RIPAM a causa dell’aumento del reddito e del patrimonio fiscale legato alla rivalutazione dell’abitazione principale?
3. Il Governo ritiene corretto e socialmente giustificabile che un aumento puramente contabile del valore di una casa, come quello del 15% previsto per il 2026, possa comportare la perdita o la riduzione di aiuti essenziali, senza alcun miglioramento della situazione economica reale?
4. Non ritiene il Consiglio di Stato che questo meccanismo equivalga, nei fatti, a un taglio occulto della socialità, attuato senza una decisione politica chiara e senza un esplicito mandato del Gran Consiglio?
5. Per quale motivo l’abitazione primaria continua a essere considerata in modo così pesante nel calcolo del reddito e del patrimonio determinante ai fini dell’accesso agli aiuti sociali, nonostante l’assenza di liquidità reale legata a questo incremento di valore?
6. Il Consiglio di Stato intende sì o no intervenire per limitare l’impatto dell’abitazione principale nel calcolo dei criteri sociali, introducendo misure di tutela specifiche per anziani, pensionati e famiglie del ceto medio ticinese?
7. Quali misure concrete e immediate il Governo intende adottare per evitare che l’aumento del 15% delle stime immobiliari si traduca in una penalizzazione diretta di chi vive e lavora in Ticino?
8. Il Consiglio di Stato è disposto ad assumersi la responsabilità politica delle conseguenze sociali di questo sistema, oppure intende continuare a giustificarsi dietro meccanismi tecnici che colpiscono i cittadini?




