Cerca e trova immobili
MENDRISIO

Il “maschile inclusivo” del nuovo Primo cittadino fa già discutere

Dura reazione da parte di 15 fra consigliere comunali e municipali: «Sentirsi chiamare al maschile non è una formalità, ma un insulto».
Ti-press (Benedetto Galli)
Il “maschile inclusivo” del nuovo Primo cittadino fa già discutere
Dura reazione da parte di 15 fra consigliere comunali e municipali: «Sentirsi chiamare al maschile non è una formalità, ma un insulto».

MENDRISIO - Entrato in carica lo scorso 5 maggio, il nuovo presidente del Consiglio Comunale di Mendrisio Luigi Lorenzon (Udc) ha già causato da una levata di scudi da una nutrita schiera della rappresentanza femminile nel Legislativo e nell'Esecutivo della Città.

Il motivo, scrivono in una nota congiunta 15 co-firmatarie di diversi partiti, riguarda la decisione dichiarata da Lorenzon di utilizzare per tutti i suoi interventi il “maschile inclusivo”, «secondo la Guida al linguaggio inclusivo di genere emanata dalla Confederazione».

«Il risultato? Durante tutte le prossime sedute del Consiglio comunale per voce del primo cittadino del borgo non si sentiranno più i termini consigliera comunale / capa dicastero o vice sindaca ma solo consigliere / capo dicastero e vice sindaco», chiosa il comunicato, «20 declinazioni in un maschile - sforzato - che stride con quanto ha fatto e fa, non senza fatica, la Città verso la parità di genere e con quanto in anni donne - e anche uomini - di tutti i partiti politici hanno con forza e determinazione portato avanti anche nei consessi politici del Borgo».

«E questo uso, c’è da credere, sarà anche proposto negli interventi pubblici che saranno quindi rivolti solo a cittadini a signori a ragazzi e a bambini. Un uso che non è una banale formalità ma è un insulto a chi di sentirsi chiamare al maschile come accadeva sempre in passato – e come in parte accade ancora oggi – non ne può più e non vuole più. Un segnale di chiusura per una Città che vogliamo aperta e inclusiva», continuano le co-firmatarie che puntualizzano: «Siamo fiere maestre, libere professioniste, sindacaliste, impiegate, avvocate, storiche, ecc.; donne fiere di quanto fanno – anche sul piano politico – in una nazione che ha sempre faticato a riconoscerci la parità e che evidentemente fatica ancora».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE