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BELLINZONA

La Casa dello studente a rischio chiusura

Il verdetto del Consiglio di Stato non è ancora noto, ma la politica si mobilita
Archivio Ti Press
Fonte Interpellanza Massimiliano Ay e Lea Ferrari (Partito Comunista)
La Casa dello studente a rischio chiusura
Il verdetto del Consiglio di Stato non è ancora noto, ma la politica si mobilita

BELLINZONA - La Casa dello Studente di Bellinzona a quanto pare è destinata alla chiusura. Ma prima che il Consiglio di Stato dia il verdetto definitivo, Massimiliano Ay e Lea Ferrari (Partito Comunista) hanno inoltrato un'interpellanza al governo per saperne di più. Inoltre «in vista del prossimo anno scolastico alcuni giovani potrebbero scegliere il loro percorso formativo sulla base della distanza fra casa e scuola: è urgente quindi che si conosca la situazione della Casa dello Studente di Bellinzona e, se del caso, si trovi subito una sistemazione alternativa».

La Casa dello Studente a Bellinzona è importante per il territorio, soprattutto per chi non risiede nelle vicinanze di una scuola. «Dopo la chiusura di quella a Lugano, ha assunto il compito di migliorare l’accessibilità a diverse sedi scolastiche: qualora infatti l’elemento geografico influenzi la scelta del percorso scolastico e le condizioni socio-economiche familiari limitino la possibilità di trovare privatamente una soluzione, gli studenti (ad esempio quelli domiciliati in valle) risultano svantaggiati rispetto ai propri coetanei che vivono nelle regioni urbane e suburbane».

Ecco perché per il PC è importante ponderare bene la decisione.

Le domande inoltrate al Consiglio di Stato
1) È vero che il Consiglio di Stato intende chiudere a breve la Casa dello Studente? Se sì quali sono le cifre che imporrebbero tale scelta?
2) In assenza della Casa dello Studente, e allo scopo di assottigliare il divario che esiste tra giovani ticinesi costituito dal luogo del domicilio e dalle facoltà economiche della famiglia, esiste una strategia alternativa del Consiglio di Stato per attuare una politica dell’alloggio specifica per i giovani in formazione.
3) Le famiglie che facessero richiesta di un alloggio presso la Casa dello Studente di Bellinzona come potranno agire in caso di chiusura della struttura?
4) Già in occasione dell’analoga discussione sulla Casa dello Studente di Lugano, il governo adduceva la capillarità, frequenza e diminuzione dei tempi di percorrenza dei trasporti pubblici come risposta alla sua chiusura, suggerendo che la Casa dello Studente di Bellinzona avrebbe potuto supplire a quella di Lugano.
Chiediamo: in caso di chiusura della Casa dello Studente di Bellinzona
a) è stato valutato il fatto che la sede di Bellinzona avrebbe dovuto supplire a quella di Lugano? Il Consiglio di Stato ritiene che la chiusura della sede di Bellinzona non comporterà effetti significativi per gli studenti coinvolti, né sulla scelta scolastica di futuri studenti provenienti da zone discoste?
b) si valuteranno puntuali sussidi per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei giovani in formazione coinvolti dalla chiusura?
5) il 4 giugno 2013 la Commissione della Gestione, in un suo rapporto in seguito approvato dal parlamento, esortava il Consiglio di Stato a “trovare una nuova sede per la casa dello studente a Lugano o dintorni, con la possibilità di fruire della refezione (colazione e cena) e di una sorveglianza per i minorenni”. Il governo ha seguito concretamente tale esortazione parlamentare? Se sì, come? Se no, perché?

L'opposizione del sindacato - Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (SISA) esprime la propria ferma opposizione alla chiusura. «Abitare in una zona distante può rappresentare un ostacolo significativo nella scelta del percorso formativo di un/a giovane. La capacità dell’ente pubblico di rimuovere tali difficoltà costituisce un elemento fondamentale per favorire il diritto allo studio. La Casa dello Studente di Bellinzona, dopo la chiusura di quella di Lugano, ha svolto un ruolo cruciale nel migliorare l'accessibilità alle diverse sedi scolastiche. Infatti, qualora il fattore geografico influenzi la scelta del percorso scolastico e le condizioni socioeconomiche familiari limitino la possibilità di trovare una soluzione privata, gli studenti – ad esempio quelli domiciliati in valle – risultano svantaggiati rispetto ai propri coetanei che vivono in contesti urbani o suburbani».

E ancora: «Nonostante la direzione del DECS ci abbia coinvolto in due riunioni, in cui abbiamo immediatamente espresso il nostro disappunto e le nostre preoccupazioni riguardo alla chiusura, il Consiglio di Stato non ha fornito alcuna alternativa per una politica abitativa specifica per i giovani in formazione, da attuare nel prossimo anno scolastico. Inoltre, è importante ricordare che, nel suo rapporto del 4 giugno 2013, la Commissione della Gestione, successivamente approvato dal Parlamento, invitava il Consiglio di Stato a "trovare una nuova sede per la Casa dello Studente a Lugano o nei dintorni, con la possibilità di usufruire della refezione (colazione e cena) e di sorveglianza per i minorenni". Tuttavia, a distanza di 12 anni, non sono ancora state fornite risposte concrete».

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