L'interrogazione di Maurizio Canetta al Consiglio di Stato
BELLINZONA - È una situazione che suscita tanti interrogativi quella che sta vivendo un gruppo di 13 aspiranti docenti di italiano, nel settore Medio Superiore. Lo scorso 20 febbraio il DECS li ha convocati per un incontro, informandoli che per loro non ci sarà nessun posto di lavoro.
Una vera doccia fredda per gli aspiranti insegnanti che stanno ultimando il percorso formativo al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI a Locarno. Il corso era iniziato solo lo scorso settembre, a fronte di un concorso aperto dopo diversi anni in cui questo tipo di corso non veniva offerta.
Ora un gruppo di politici appartenenti al PS - guidato da Maurizio Canetta con Simona Buri, Tessa Prati, Beppe Savary Borioli - ha inoltrato un'interrogazione al Consiglio di Stato. Pur consapevoli che «la decisione sull’apertura delle abilitazioni sia formalmente di competenza del DFA - in quanto Alta scuola pedagogica - e non del Cantone, e nonostante il conseguimento di un titolo di studio presso il DFA non garantisca un posto di lavoro presso le scuole ticinesi», vogliono vederci chiaro e capire che cosa non abbia funzionato.
«Improvvisamente - si legge nell'atto parlamentare - qualche settimana fa il direttore del DFA ha convocato le e i 13 corsisti e ha comunicato loro che non ci sarà posto nelle scuole superiori, né il prossimo anno scolastico né in un prossimo futuro. Diversi di queste ragazze e ragazzi hanno lasciato ricerche o posti di lavoro per affrontare il percorso di abilitazione per insegnare italiano nelle Scuole Medie Superiori. Al di là di questo caso specifico, riflessioni critiche sono state avanzate in diverse occasioni da istanze legate al mondo della scuola (ad esempio il Movimento per la Scuola)».
Viene poi fatto presente che «il grado di soddisfazione di studentesse e studenti, periodicamente rilevato da DFA e riportati nei messaggi governativi sui contratti di prestazione, risultato in leggero calo. In particolare (vedi Messaggio 8482 del Consiglio di Stato del 4 settembre 2024) risultano critici – ovvero con valutazione inferiore a 2.5 punti su cinque – aspetti come la conciliabilità del corso con altre attività, la comunicazione ufficiale, la considerazione dello studente all’interno del corso di laurea, l’organizzazione del percorso formativo».
Le domande inoltrate al Consiglio di Stato
- Sulla base di quali calcoli e riflessioni è stato aperto il corso di abilitazione?
- Quali criteri e parametri vengono utilizzati per valutare l’apertura dei corsi di formazione per le singole materie?
- Quando è emersa l’evidenza che non ci saranno posti di lavoro per le e i 13 corsisti?
- Come hanno intenzione di agire il DFA e il DECS nei loro confronti?
- Più in generale, ha coscienza il governo delle critiche e dei malumori legati al modello formativo proposto dal DFA? Ha intenzione il governo di affrontare il tema? Se sì in che modo e con quali azioni concrete?